La nostra selezione
IL TEMPO DELLA FINE
Katrine Engberg
Liv Jensen ha quasi trent’anni e ha sempre adorato risolvere misteri, con quel meraviglioso sfarfallio che sente nello stomaco ogni volta che tutti i pezzi vanno al loro posto. Ma ad Aalborg, nel Nord della Danimarca, è successo qualcosa che la spinge a lasciare il suo impiego in polizia e a tornare a Copenaghen. La sua nuova vita da investigatrice privata riparte dal seminterrato di una grande casa nel quartiere di Vesterbro, dove ad accoglierla ci sono Jan Leon e Hannah, padre e figlia che, come lei, convivono con un segreto doloroso. Quando il suo ex mentore alla Omicidi le allunga una cartellina azzurra relativa a un caso irrisolto appena archiviato, Liv coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Ancora non sa che la riapertura di quel fascicolo la metterà di fronte a uno dei capitoli più bui della storia del suo paese. Con l’inconsapevole complicità di Hannah e di un affascinante meccanico iraniano che ripara auto d’epoca, Liv comincia un viaggio a ritroso verso lo Jylland, dove l’attendono i suoi demoni. Ma Liv sa che, se non si elabora il passato, il futuro non può trovare spazio e che, se non lo porterà finalmente alla luce, il suo segreto continuerà a tenerla in ostaggio. In fondo, in quell’indagine che intreccia tre morti sospette, tutte le persone coinvolte stanno scappando da qualcosa, lei compresa. Con "Il tempo della fine", un romanzo che ha le sue radici nella storia della sua famiglia, Katrine Engberg ci racconta una Danimarca inedita e arricchisce la narrativa di genere di una nuova galleria di personaggi indimenticabili: autentici, profondi, sempre capaci di affrontare i colpi della vita con saggia ironia.
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LA PAURA TI TROVA
Fabrizio Roncone
Da qualche tempo, Marco Paraldi ha deciso di svestire i panni dell’inviato speciale. Ora si dedica alla sua nuova vita da vinaio, e non vede l’ora di godersi l’estate romana nel suo locale vicino a Campo de’ Fiori, tra bottiglie di vini pregiati, aperitivi a base di salumi e formaggi della migliore qualità e clienti affezionati. Ma il suo istinto da cronista – assopito solo in apparenza – si riaccende quando padre Bob, il parroco di origini ghanesi di una parrocchia ormai senza più parrocchiani, gli racconta che Zlatan, un ragazzo rom con dei piedi magici che ogni giovedì pomeriggio partecipa alla partitella di calciotto organizzata nel campo dell’oratorio, gli ha confidato che il fratellino è sparito dal campo nomadi della Magliana in cui vivono. Paraldi non può fare a meno di gettarsi a capofitto nelle indagini che, prendendo una piega imprevista e pericolosa, lo costringeranno ad attraversare la città in lungo e in largo, dalle case popolari della periferia alle terrazze chic del centro storico, dalle spiagge del litorale alle palestre di lusso dei quartieri alti. Con una buona dose di ironia, Roncone trascina il lettore in un romanzo pieno di adrenalina e colpi di scena, mostrando di conoscere a fondo la variegata umanità che popola la Capitale: quella degli emarginati e del traffico di stupefacenti, ma anche quella degli affari loschi coperti dall’indifferenza di politici corrotti che sfruttano la criminalità a proprio vantaggio. Perché il male, a Roma, si nasconde ovunque. E il bene è solo un’illusione.
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UNA CAMPANELLA SILENZIOSA
Aki Shimazaki
Il vivido affresco di una famiglia giapponese, i Nire. Nire, l’olmo, albero emblema di solidità, tiene assieme il nucleo composto da un’anziana coppia di genitori, dai loro tre figli – due femmine e un maschio – e dai loro nipoti. Le due sorelle non potrebbero essere più diverse: Anzu, ceramista famosa, riservata, separata dal marito, vive da sola con il figlio, mentre Kyōko, affascinante e seducente, assistente di direzione in una grande azienda americana, passa da un uomo all’altro con sicura nonchalance. Il fratello Nobuki, sposato con due figlie, non abita con i genitori, come la tradizione imporrebbe al maschio primogenito. I delicati equilibri famigliari vengono messi in crisi dall’irrompere della malattia di una delle figlie e dal morbo di Alzheimer della madre, che contribuisce a portare a galla sentimenti sotterranei e segreti sorprendenti.
Cinque voci, di generazioni diverse, prendono la parola e, come piccole campane a lungo silenziose, fanno tintinnare verità nascoste. Talvolta, come le campanelle del suzuran, il mughetto, celano dietro un aspetto leggiadro una natura velenosa. Ma anche quando gli equilibri sembrano spezzati, l’amore, la devozione, il riscatto, il caso o le coincidenze li ricompattano come fa l’urushi – la lacca giapponese – con la ceramica, rendendoli più saldi di prima.
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OMERO, IL FIGLIO SEGRETO
Christos Markogiannakis
Il 30 marzo 1960 una donna dà alla luce un bambino prematuro. Lei è Maria Callas. Il padre è Aristotele Onassis. Il neonato viene dichiarato morto nel giro di poche ore.
E se fosse sopravvissuto?
Qui inizia l’incredibile storia di Omero Lengrini, il figlio segreto. Seguendo le orme dei suoi illustri genitori da Atene a Roma, da Parigi a New York, Omero svelerà una saga familiare intessuta di bugie, manipolazione e inganno. Un romanzo avvincente sulla leggenda del figlio nascosto di una coppia iconica, dove finzione e storia si fondono in un incontro inedito tra giallo e tragedia greca.
L’incredibile storia del figlio segreto di Maria Callas e Aristotele Onassis.
“Agli dèi piace giocare con i loro sudditi, ingannarli facendo credere loro di poter diventare padroni del proprio destino, solo affinché la tragedia segua il suo corso inevitabile.”
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NULLA PER CASO
Rosa Teruzzi
Milano soffoca sotto una cappa d’afa mentre Irene, vent’anni appena compiuti, muove i primi passi nel giornalismo come cronista di nera alla Città, un quotidiano che strilla titoli e scandali. In compagnia del fotografo Angelo, detto il Piè Veloce, Irene – ribattezzata la Smilza – si destreggia ogni giorno tra furti e delitti, mentre fa i conti con i propri nodi irrisolti: la ricerca di un padre che non ha mai conosciuto, il rapporto difficile con una madre troppo perfetta e la tendenza a innamorarsi di uomini che non la ricambiano, come Luca, il suo sfuggente capo. Ma anche Irene ha un segreto: da poco ha sviluppato la facoltà di percepire – perfino con un semplice contatto – il disagio e la sofferenza altrui. Per lei è la Cosa, un talento che la spaventa e la confonde, ma che le regala intuizioni decisive quando arriva su una scena del crimine. Per esempio quella dell’omicidio di Anna Catena, un’antiquaria altolocata ma non irreprensibile, forse vittima di una semplice rapina, o forse imbrigliata in una rete di relazioni pericolose. Tra verità insabbiate e il depistaggio di una testimone in cerca di fama, la Smilza dovrà imparare a trasformare la sua maledizione in un dono. Ed è proprio grazie a questo dono che all’inizio dell’autunno, dopo aver smascherato due assassini, scoprirà qualcosa di sé, con la complicità di un poliziotto capace di guardare oltre le apparenze per avvicinarsi al suo cuore.
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NERO INDELEBILE
Mirella Serri
Sin dai suoi esordi in politica, Giorgia Meloni si è dimostrata erede di un ricco patrimonio culturale e portavoce di un’ampia elaborazione teorica: la sua è sempre stata una «destra di destra», come è stata denominata, una destra con un sistema ideologico e valoriale molto ben definito, anche se sempre tenuto abilmente in secondo piano. La destra meloniana affonda infatti le sue radici nei movimenti francesi e tedeschi degli anni Sessanta e nei miti e nelle teorie che il mai apertamente citato Pino Rauti ha lasciato in eredità ai suoi successori riuniti in gran parte sotto il vessillo di Fratelli d’Italia. Con mosse calcolate e più o meno nascoste, negli ultimi anni sono tornate in auge le parole mussoliniane e le dottrine sovraniste e razziste che hanno alimentato il populismo, l’euroscetticismo e l’ostilità nei confronti degli immigrati, visti come invasori pronti a distruggere l’identità nazionale. Forte del suo apparato ideologico, Giorgia Meloni può superare i suoi padri, da Fini a Berlusconi, e avventurarsi senza imbarazzo nelle sue giravolte politiche, da Putin a Trump passando per Biden, dagli attacchi all’Unione europea alla solidarietà con von der Leyen.
Chi sminuisce FdI e considera i suoi militanti e i suoi adepti degli impreparati capitati quasi per caso al governo commette lo stesso errore che fecero gli antifascisti nei confronti delle camicie nere il giorno dopo la Marcia su Roma. Un errore imperdonabile al tempo e ancora di più oggi.
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GLI SCOMPARSI
Daniel Mendelsohn
Daniel Mendelsohn da bambino restava seduto per ore ad ascoltare i racconti del nonno. Erano storie di un tempo lontano e quasi magico, di un piccolo villaggio della Polonia, Bolechow, in cui la vita scorreva felice. C'era però un punto in cui la voce del nonno si rompeva, oltre il quale non riusciva ad andare, come volesse nascondere un segreto troppo doloroso. Che ne era stato durante l'Olocausto del fratello Shmiel, della moglie e delle loro quattro bellissime figlie? Molti anni dopo Daniel scopre una serie di lettere disperate che il prozio Shmiel aveva indirizzato al nonno. Quelle lettere custodiscono frammenti del passato di una generazione perseguitata e cancellata per sempre, che in queste pagine ritorna a vivere davanti ai nostri occhi.
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DIMENTICARE
Viveca Sten
Alla fine di un’estate insolitamente calda, i lavori in un cantiere di Telegrafholmen, piccola isola dell’arcipelago di Stoccolma vicino a Sandhamn, portano alla luce dei resti umani. Thomas Andreasson prende in mano le indagini, mentre l’amica pm Nora Linde, tormentata dal fallimento del suo ultimo caso e in pausa forzata, decide di seguire un’altra pista. Per lei non è un’inchiesta come le altre: è l’unico modo per mettere a tacere gli incubi e i sensi di colpa che la perseguitano da tempo. Il suo matrimonio è in bilico, l’orgoglio infranto, e questa potrebbe essere l’occasione per riscattarsi. Ma quando emergono alcuni indizi che collegano il ritrovamento delle ossa a due donne scomparse dieci anni prima, Thomas e Nora capiscono di avere tra le mani un mistero che qualcuno ha cercato disperatamente di occultare. Le loro strade si intrecciano ancora una volta, ma la verità che stanno per scoprire – fatta di segreti di famiglia, veleni, ricatti e vendette – metterà alla prova persino la loro amicizia. Eppure, alla fine, dovranno affrontare l’oscurità insieme. Perché certi segreti non possono restare sepolti per sempre.
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PATRIARCATO CRIMINALE
Roberta Bruzzone
A novembre 2023, due giorni dopo il ritrovamento del corpo della sorella Giulia, Elena Cecchettin ha scritto una lettera aperta che dovrebbe essere marchiata a fuoco nella mente di tutti noi: continuiamo a chiamare "mostro" chi uccide una donna, scrive Elena, ma un femminicida non è un mostro, è un figlio sano di una cultura patriarcale ancora troppo diffusa. Una cultura dalla quale nessuno di noi è davvero immune, nemmeno chi crede di esserlo, per il semplice motivo che ci siamo cresciuti dentro.
Lo dimostra il fatto che oggi, nei modernissimi anni Venti di questo secolo, le donne continuano a morire barbaramente quando rifiutano una vita di sottomissione alla volontà degli uomini. È il patriarcato ad armare la mano di questi assassini, ed è per questo che parliamo di Patriarcato criminale.
In questo libro quanto mai necessario, Roberta Bruzzone ci porta a prendere coscienza degli stereotipi che, più o meno inconsciamente, scavano dentro ognuno di noi. E poi ci mostra nel modo più duro quanto tali stereotipi siano ancora vivi, attraverso tre storie simbolo di questi ultimi anni. Quella di Saman Abbas, uccisa dalla sua famiglia per aver deciso di sottrarsi al destino che era stato stabilito per lei. Quella di Maria Chindamo, rapita, uccisa e crudelmente fatta sparire per aver detto di no due volte: alla famiglia dell'ex marito e alla 'ndrangheta. E infine quella di Giulia Cecchettin, la cui vicenda ci sbatte in faccia nel modo più scioccante che il patriarcato è ancora vivo, e può colpire chiunque.
Le loro storie meritano di restare impresse nella memoria di tutti, perché il compito di cambiare la cultura che le ha uccise spetta a ognuno di noi, nessuno escluso.
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GOTICO SALENTINO
Marina Pierri
Filomena Quarta - ex giornalista quarantenne, da poco orfana di padre - si ritrova all'improvviso in bolletta e con un'ingombrante eredità: la Dimora Quarta, un'enorme casa che appartiene da generazioni alla sua famiglia. Cosí, si vede costretta a lasciare Milano e la sua vita di prima per raggiungere Palude del Salento. L'idea è quella di rendere la casa - «perfettamente ammodernata, dieci camere da letto, a pochi chilometri dal Mar Ionio» - un sontuoso Bed&Breakfast. Questo, se solo la dimora non fosse parte del problema: è, da sempre, infestata. Del resto Filomena, quando era bambina, proprio tra quelle mura ha visto un fantasma. La malumbra, lo spettro rabbioso di una monaca oscura, è il motivo per cui Filomena a sei anni venne soprannominata dagli abitanti di Palude la stria ca ite li muerti, la bambina che vede i morti. E mentre i coetanei la emarginavano e gli adulti avanzavano improbabili richieste (colloqui con mariti defunti, tentativi di contatto con la cognata trapassata che sicuramente sa dov'è il plico del catasto, e persino la pretesa di avere i numeri buoni del Totocalcio), la famiglia Quarta ne approfittava per nascondere piú a fondo le sue colpe. Ma oggi Filomena non è piú una bimba sperduta, e non è piú sola. Con lei ci sono le fantasime che suo malgrado è riuscita a evocare: Mary Shelley e Shirley Jackson, le regine del terrore, che si riveleranno indomite e fidate consigliere. In bilico tra la tradizione letteraria ottocentesca e l'andamento scatenato delle serie tv, Marina Pierri racconta di femminismo, legami famigliari, psicoterapia e patriarcato, sempre con intelligente leggerezza. Perché a volte basta poco per riappropriarsi di una libertà, di tutte le libertà, partendo dalla memoria e facendone un atto collettivo. Del resto, «c'è una cosa sola che desiderano le Ombre: essere viste».
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SPQR
Mary Beard
Nel 212 d.C., con un decreto dell'imperatore Caracalla, veniva concessa la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell'impero. Una decisione rivoluzionaria, che tuttavia portava a termine un processo avviato quasi mille anni prima da Romolo, il leggendario fondatore di Roma, il quale, con un gesto inconsueto per le civiltà antiche, aveva invitato gli stranieri, i diseredati, i profughi e gli esiliati a unirsi a lui, trasformandoli di fatto in cittadini romani. Fu questa straordinaria apertura, questa disponibilità ad accogliere nuovi arrivati a fare di un piccolo e insignificante villaggio sorto sulle rive del Tevere una potenza in grado di dominare un territorio che si estendeva dalla Spagna alla Siria, dalla Germania al Sahara?
A partire da questo interrogativo, Mary Beard, docente a Cambridge, in SPQR ci offre una nuova visione della storia di Roma, una storia caratterizzata da incredibili miti fondativi e grandi istituzioni politiche e sociali, da straordinarie conquiste militari e stupefacenti opere architettoniche, nonché, naturalmente, dalle gesta delle personalità più celebri del mondo romano: da Cicerone impegnato a sventare la congiura di Catilina a Giulio Cesare che oltrepassa il Rubicone, a Ottaviano trionfatore su Marco Antonio.
Ma anche una storia che le innumerevoli testimonianze, non solo letterarie, ci consentono di conoscere fin nei minimi dettagli, rendendoci partecipi della vita quotidiana - quasi sempre difficile - della gente comune, degli intrighi e delle lotte per il potere, delle atroci violenze che accompagnavano le imprese belliche, come pure dell'estrema vitalità e grandezza di un mondo globalizzato e in perpetuo movimento, dove uomini e merci, libri e idee, mode e religioni circolavano liberamente da una regione all'altra dell'impero. Una brulicante miscela di lusso sfrenato e sporcizia, malattie impossibili da debellare e orrende carneficine nelle arene, amore per la libertà e sfruttamento servile, orgoglio civico e spietata guerra civile. Ma soprattutto un melting pot culturale da cui sono scaturiti temi, riflessioni e idee che ancora oggi riverberano una luce capace di illuminare le nostre discussioni sui diritti civili e gli abusi del potere, la democrazia e le controversie religiose, le migrazioni e i pregiudizi xenofobi.
Se, come scrive Mary Beard, «dall'incontro dialettico con la storia di Roma, la cultura occidentale ha raccolto un'eredità variegata e molteplice», il dialogo continuo e fruttuoso con gli antichi romani rimane un punto di riferimento imprescindibile per il modo in cui giudichiamo noi stessi.
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IL CENTRAVANTI È STATO ASSASSINATO VERSO SERA
Manuel Vázquez Montalbán
«Perché avete usurpato il ruolo degli dèi che in altri tempi guidarono la condotta degli uomini, senza arrecare conforti soprannaturali, ma soltanto la terapia dell'irrazionale. Perché il vostro centravanti vi fa gestire vittorie e sconfitte dalla comoda poltrona di cesari minori: il centravanti verrà ucciso all'imbrunire». Per tutelare l'incolumità della star calcistica dal delirio di un folle, il presidente della società chiama in suo aiuto Pepe Carvalho, che si vede così costretto in una nuova avventura barcellonese, in una città sconvolta dai lavori e dalle speculazioni per i Giochi Olimpici del 1992.
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IL LUPO GRIGIO
Louise Penny
Una serie di telefonate squarcia la quiete di una calda mattina di metà d'agosto: qualcuno è riuscito a rintracciare Armand Gamache, capo della Omicidi della Sûreté, mentre siede con la moglie nel giardino sul retro della loro casa. Armand, che si rifiuta di rispondere, sa perfettamente chi lo sta cercando. Ma quella chiamata è solo il primo, inquietante, segnale di una sequenza di eventi che stravolge l'estate della piccola comunità di Three Pines e che culmina in un'agghiacciante scoperta. Determinato a scovare il responsabile di quegli episodi, Gamache dovrà intraprendere una caccia all'uomo che lo porterà oltre i confini del Québec, sulle tracce di un'entità imprevedibile. Se non dovesse riuscire a catturarla, le conseguenze per tutta la regione sarebbero disastrose.
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IL PAESE DELLE NEVI
Yasunari Kawabata
In viaggio verso un remoto villaggio termale tra le montagne giapponesi, Shimamura, raffinato intellettuale di Tokyo, cerca pace e riposo, desideroso di sfuggire alla monotonia della vita cittadina e ritrovare se stesso. E nell'idilliaco paese delle nevi incontra Komako, una giovane geisha, donna passionale e vulnerabile. Tra loro nasce un rapporto alimentato da non detti, incertezze e desideri dell'animo e del corpo, una storia d'amore intrisa di ambiguità e di amara solitudine: i turbamenti interiori dei personaggi e le loro debolezze emotive si trasformano in immagini e vicende scomposte che si intrecciano al naturale e imprevedibile fluire dell'inverno. «Kawabata» scrive Giorgio Amitrano «nel suo stile ellittico, allusivo, ci restituisce la realtà con la stessa complessità e frammentarietà con cui la percepiamo, non nella sua versione edulcorata e semplificata. Se la sua arte mimetica non ci rassicura e non ci consola, essa raggiunge l'essenza delle cose e dei sentimenti che ci rivela fragili, impermanenti, inconoscibili.» Il paese delle nevi (1937), capolavoro di Kawabata, è un dipinto delicato, lirico, segnato da silenzi e pause che lasciano affiorare fratture di significato e venature di acceso erotismo. In questo mondo etereo e sospeso, la malinconia si fonde con il candore immacolato della neve, come un'impronta leggera che mostra la fugace e ambigua bellezza della vita, labile e intensa nella sua transitorietà.
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GEOPOLITICA DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Alessandro Aresu
L’intelligenza artificiale è l’invenzione definitiva dell’umanità. La sua comparsa sulla scena evoca il rischio dell’estinzione del suo creatore, poiché la sua diffusione porterà, forse, al suo superamento. Queste visioni apocalittiche pervadono ormai il discorso pubblico sulla tecnologia, in un mondo dove la stessa espressione “intelligenza artificiale” è divenuta onnipresente e ossessiva. Sono temi tutt’altro che nuovi per le loro profonde radici filosofiche e per i pionieri che, in vari ambiti, li hanno alimentati nel corso del Novecento; eppure, qualcosa di significativo è già accaduto e siamo spettatori di connessioni di cui non cogliamo pienamente il significato.
Il dibattito sull’intelligenza artificiale chiama poi in causa alcuni concetti chiave, tra cui l’origine dell’intelligenza stessa, ciò che sappiamo e ignoriamo del cervello e del pensiero; l’idea di un’intelligenza “generale” applicata alle macchine; i limiti quantitativi e qualitativi del calcolo; il problema dell’allineamento della tecnologia ai nostri bisogni e ai nostri valori. Ma quali aziende alimentano questi processi? E quali sono le loro implicazioni in un mondo radicalmente diviso, dilaniato dalla guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina, che attraversa l’infrastruttura e gli usi dell’intelligenza artificiale, e la corsa alle risorse, economiche e materiali, necessarie al suo continuo sviluppo?
Alessandro Aresu ci racconta l’intreccio di relazioni tra filosofi, scienziati e imprenditori che stanno plasmando questo mondo, come “Jensen” Huang, fondatore di NVIDIA e protagonista assoluto della rivoluzione tecnologica intorno all’AI, “Bill” Dally, informatico e mente scientifica dietro ai portentosi microchip che rendono possibile l’evoluzione dell’AI, ma anche il rapporto tra il Cynar e i pionieri di DeepMind, oltre che le storie dei manager meno conosciuti che operano in OpenAI. Ci aiuta così a comprendere il presente e i possibili scenari futuri, segnati dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale, le lotte tra le aziende impegnate nello sviluppo dell’AI definitiva e le ripercussioni geopolitiche negli equilibri mondiali.
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LA BALLA DALLE SCARPE DI FERRO
Loriano Macchiavelli
1870. Bologna è preda delle Balle, le libere associazioni di autodifesa e mutuo soccorso del popolo. Vivono ai margini e contro la legge, sono spesso delinquenziali. La piú temuta e pericolosa è la Balla dalle scarpe di ferro: nata dopo l'Unità d'Italia, si è specializzata in furti e omicidi, molti dei quali concepiti e compiuti per fini politici. A riportare ordine in città, arriva dalla Sardegna il questore Felice Pinna, che mette su una squadra speciale: una rete di infiltrati nelle diverse Balle del territorio. Ma il suo piano è ostacolato da una violenza inaudita e da una serie di oscure manovre. Con la sua scrittura acuta e trascinante, Loriano Macchiavelli racconta un Regno d'Italia che tanto somiglia, per i suoi intrighi e le sue macchinazioni, al Paese che conosciamo.
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LIBERATA
Domenico Dara
Liberata Macrì ha un modo tutto suo di vivere: dattilografa a tempo perso, crede a quello che non si vede, convinta che sia l’invisibile la vera misura del mondo. E sogna a occhi aperti sulle pagine dei fotoromanzi che colleziona e custodisce con cura, soprattutto se il protagonista è Franco Gasparri, l’attore che ama con completa devozione.
Incline alla solitudine, a eccezione dell’esuberante amica Giuditta, vede cambiare la propria esistenza quando conosce Luvio, il nuovo operaio dell’officina meccanica del padre. In un attimo, Liberata si sente proiettata dentro uno dei suoi fotoromanzi, eroina di una storia d’amore da sogno. Ma gli amori reali possono aspirare alla perfezione delle storie raccontate? E la magia dell’invisibile non rischia di sgretolarsi nell’impatto con la realtà del mondo?
In anni di profondo cambiamento, segnati dalla violenza nelle piazze e dalla strategia del terrore – ma anche dalle conquiste che rendono le donne più autonome e consapevoli del proprio posto nel mondo –, Liberata vive una metamorfosi, proprio come quegli insetti collezionati dal padre che dimostrano, sempre e comunque, come per divenire adulti si debba sacrificare e perdere una parte di sé. Attorno a lei, sussurra e si muove il piccolo paese del Sud dove vive – una cartomante che legge i tarocchi, un forestiero che la segue nell’ombra, la madre impegnata con il sagrestano a organizzare la processione per la festa di Sant’Antonio – e dove ciascuno nasconde un segreto, più o meno oscuro.
Domenico Dara evoca un mondo in cui le persone e le cose apparentemente più semplici racchiudono saggezze, sollevando il velo del quotidiano per farne sprigionare l’incanto. E in quell’incanto noi lettori avventurosamente, dolcemente, ci immergiamo.
Alla fine, diventiamo sempre quello che siamo, a prescindere dalla terra in cui siamo stati abbandonati.
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COSA SOGNANO LE IA
Pietro Minto
Una volta era solo lo strumento che aiutava il protagonista di un film di fantascienza nelle sue avventure, o il freddo esecutore che, ribellandosi, metteva a repentaglio la sorte dell'umanità. Oggi l'intelligenza artificiale è un elemento del nostro quotidiano. I social network la usano per determinare quali contenuti mostrarci (e da quali utenti), esistono programmi in grado elaborare foto a partire da semplici indicazioni testuali, profili virtuali con cui conversare, e sempre più professioni affidano a software di scrittura la redazione di documenti: queste e altre intelligenze artificiali sono destinate a stravolgere la nostra vita. Ma se da un lato i tecnoentusiasti spingono per integrare sempre più le ia nella nostra società, dall'altro analisti e scienziati continuano a lanciare allarmi inquietanti. Dobbiamo veramente aver paura dello sviluppo delle intelligenze artificiali? Dalla vertiginosa rincorsa all'ultima scoperta che infiamma la Silicon Valley ai chatbot che si comportano come teenager affetti da sindromi maniaco-depressive, dalle battaglie tra Elon Musk e Sam Altman ai lavoratori del Sud globale sfruttati per il training delle reti neurali, Pietro Minto si destreggia tra i passi falsi e i momenti gloriosi, le leggende e i timori che circolano intorno all'invenzione che in questo momento sembra poter ridefinire il nostro futuro.
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MORDERE IL CIELO
Paolo Crepet
Dove sono finite oggi le nostre emozioni? Chiederselo non è un esercizio retorico, ma un interrogativo necessario.
Viviamo in un mondo nel quale guerre, migrazioni epocali e nuove emergenze contribuiscono a creare un senso di precarietà, spingendoci a credere che le uniche modalità plausibili per sopravvivere siano la negazione e la paura. Solo che la prima ci condanna all'indifferenza, la seconda ci paralizza. In entrambi i casi, finiamo per relegarci in una solitudine che accomuna giovani e adulti, vecchi e bambini.
Siamo all'età dell'atarassia, dell'insensibilità? Il rischio c'è, ed è sempre più concreto. Ai nostri giovani insegniamo a rimandare il momento di fare i conti con la vita vera. Li condanniamo a crescere fragili e spaesati. Rivendichiamo una scuola senza voti, riscriviamo per loro fiabe in nome del «politicamente corretto», privandoli della possibilità di far maturare le loro emozioni. Perché le nostre emozioni vanno allenate ogni giorno, ma, per crescerle e allevarle, occorre saperle sfidare, non negarle né rinunciarci. Preferiamo invece colmare quel vuoto emotivo con il cinismo e affidarci ciecamente ai nuovi prodotti dell'intelligenza artificiale, che minacciano di depotenziare le nostre capacità fisiche, cognitive ed emotive, la nostra meravigliosa imprevedibilità.
La maggior parte di noi non è consapevole di questa diffusa anestesia dell'anima, ciascuno si limita a godere dei privilegi e del benessere materiale rinchiuso nel proprio bozzolo. Ignorando che in questo modo l'umanità intera rischia di imbarbarire. Ma, per chi lo volesse cercare, l'antidoto c'è. È l'empatia.
Condividendo ricordi personali, incontri e riflessioni, Paolo Crepet ci esorta con passione a ribellarci all'indifferenza, a non aver paura delle nostre idee e neppure dei nostri inciampi. Ci invita a riappropriarci con audacia, quasi con sfrontatezza, delle nostre emozioni per tornare finalmente a «mordere il cielo».
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TEORIA LETTERARIA PER ROBOT
Dennis Yi Tenen
ChatGPT è solo l’ultimo dei moltissimi strumenti d’ausilio alla scrittura che l’umanità ha utilizzato fin dall’antichità. L’intelligenza artificiale e la scrittura sono due facce della stessa medaglia e provengono entrambe dalla stessa fonte: la creatività umana. La dicotomia uomo-macchina nasce da una domanda mal posta: l’intelligenza è un fenomeno collettivo e le macchine ne fanno parte. Non da oggi, da sempre.
Questo libro è un viaggio nella storia nascosta dell’intelligenza artificiale: inizia con la filosofia araba medievale e procede con il sogno di un linguaggio universale, passando per le fabbriche di fiction hollywoodiane, i romanzi dell’Ottocento, e i sistemi di controllo aereo addestrati sui racconti popolari russi. In una insolita miscela di storia, tecnologia e filosofia, Dennis Yi Tenen ci svela l’insospettabile passato comune di letteratura e informatica. Mettendo in prospettiva i recenti sviluppi dell’intelligenza artificiale – che non è certo una sorta di genio magico realmente autonomo – ci invita a leggere oltre l’artificio, per comprendere i meccanismi del lavoro collettivo: anche una cosa semplice come il correttore automatico di un file di testo è in realtà il culmine di uno sforzo umano secolare e condiviso.
Strumenti intelligenti come i dizionari e i libri di grammatica hanno sempre accompagnato l’atto di scrivere, pensare e comunicare; il fatto che questi sistemi siano ora automatizzati non li rende vivi. Un dispositivo per il completamento automatico delle frasi può renderci scrittori «migliori», ma la verità è che il processo creativo si carica di valore solo attraverso la fatica dell’apprendimento e l’esperienza vissuta. E l’esperienza non può essere automatizzata da nessun dispositivo, per ingegnoso che sia.
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ATTACCARE LA TERRA E IL SOLE
Mathieu Belezi
Al suo apparire in Francia, Attaccare la terra e il sole ha subito suscitato stupore e ammirazione nella società letteraria francese. Dopo Céline e Faulkner, uno scrittore dalla vita appartata, lontana dagli splendori della capitale, nominava la guerra e la violenza nella loro nuda verità, restituendone non soltanto l’insensatezza e la follia, ma la loro spietata capacità di penetrare nei corpi e nella mente, di diventare carne e sostanza psichica degli esseri umani.
Il libro narra della guerra coloniale che, intorno alla metà dell’Ottocento, rese stabile la presenza di militari e coloni francesi in Algeria. Una guerra di dominio, dunque, come lo è ogni guerra, ma le cui ferite continuano a sanguinare nella storia recente dell’Europa.
Mathieu Belezi lascia scorrere come un fiume in piena la sua prosa attraverso le voci dei due protagonisti: Séraphine, che con marito e figli parte da Marsiglia per raggiungere una colonia agricola, e un soldato totalmente asservito alla violenza e alla crudeltà del suo capitano. In quelle “terre di barbarie”, fatte di sassi, sole cocente e freddo tagliente, in cui il colera divora le vite, i sette ettari “regalati dalla Francia” sembrano tutt’altro che la fortuna e la felicità promesse. Eppure, Séraphine e i suoi non cessano un solo istante di “combattere contro il sole, contro la terra ostile” e contro gli arabi che aspettano solo il momento propizio per farli a pezzi.
Bretoni, alsaziani e marsigliesi, i soldati, buoni cattolici in patria, con le pupille dilatate, le narici palpitanti, i denti come zanne pronte a mordere con rabbia più cristiana del solito, assaltano i fondouk infilzando con le baionette chiunque capiti a tiro. La missione civilizzatrice scompare davanti all’orrore e alla ferocia, ma i soldati non esitano poiché, come ripete il capitano, non sono angeli. E a coloro che non sono angeli la guerra trafigge il cuore.
Opera attraversata da una tragica bellezza, Attaccare la terra e il sole colpisce per la musicalità della sua impeccabile scrittura che ipnotizza il lettore sin dalle prime pagine.
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IL TEMPO DEL CORPO
Antonella Viola
Perché ci sentiamo sempre stanchi? E come possiamo aiutare il corpo a riposare? Per trovare una risposta, Antonella Viola ci catapulta nell’universo dei ritmi circadiani, ovvero le oscillazioni delle funzioni corporee secondo il più antico e meraviglioso orologio del mondo: l’alternanza di luce e buio. Il sonno, la temperatura corporea, la fame, le difese immunitarie e persino il dolore sono tutti soggetti a questo ascendente. L’adattamento degli organismi alla fase del giorno è un fatto noto da molto, ma solo di recente la scienza ha iniziato a comprendere quanto questa influisca sul nostro benessere. La sincronizzazione dei nostri orologi biologici è infatti necessaria per tutelare il sonno e tutte le attività fisiologiche a esso legate, come il processo che trasforma l’esperienza in ricordo e la memoria immunologica, che ci permette di difenderci da virus e batteri. Il tempo del corpo ci svela tutti questi meccanismi con gli strumenti creativi e sorprendenti della ricerca scientifica, e ci consegna l’idea di un ritmo biologico che serve al nostro corpo per prendersi il tempo di cui ha felicemente bisogno.
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CHI DICE E CHI TACE
Chiara Valerio
Un golfo dalla linea morbida, una lunga spiaggia di sabbia che corre parallela alla via Appia tra due colline, il Monte d’Oro e il Monte d’Argento. Un lungomare pieno di oleandri scandito da stabilimenti colorati e a volte sbiaditi, ognuno diverso dall’altro: la Tintarella, il Lido Delfini, il Lido del Pino, il Lido Maria, e molti altri. E poi la pizzeria Lu Rusticone, il bar Luccioletta, due chiese, una sola vera piazza. Poco più a sud scorre il fiume Garigliano e inizia la Campania. Subito a nord ci sono Formia, Gaeta, Sperlonga; in meno di due ore si arriva a Napoli e a Roma.
Scauri, nel Lazio, sul Tirreno, seimila residenti nei mesi invernali e centomila nei mesi estivi. Un paese né bello né brutto, ma con una sua grazia scomposta. Qui ha scelto di vivere Vittoria, che è morta nella sua vasca da bagno. È stato uno stupido incidente.
L’avvocato Lea Russo, un marito e due figlie, è sempre stata affascinata da Vittoria. Una donna distante ma curiosa, accogliente ed evasiva; nel parlare ha un fatalismo che lascia sgomenti. Era arrivata a Scauri con la sua risata che cominciava bassa e finiva acuta, aveva comprato una casa nella quale tutti potevano entrare e uscire, non aveva mai litigato con nessuno, non aveva mai cambiato taglio di capelli. Viveva con Mara, forse l’aveva adottata, forse l’aveva rapita, si dicevano tante cose. Ora Vittoria è morta per uno stupido incidente in una vasca da bagno, e Lea Russo non ne è convinta. Lea non vuole più accontentarsi di ciò che ha avuto sempre davanti agli occhi. Vuole capire come è morta Vittoria, e chi era davvero.
Il primo romanzo per Sellerio di Chiara Valerio segna una traiettoria narrativa inedita. Storia nera di personaggi, indagine su una provincia insolita, ritratto di donne in costante mutazione. Niente è fermo, in Chi dice e chi tace, le emozioni, gli amori, le verità e gli enigmi, i silenzi del presente e il frastuono della memoria: tutto si muove, tutto si trasforma, tutto può sempre cambiare.
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INNAMORARSI DI ANNA KARENINA IL SABATO SERA
Guendalina Middei
Guendalina Middei ci accompagna, con passione e originalità, alla scoperta di nove giganti della letteratura e, superando l’idea che serva una cultura enciclopedica per comprenderli e amarli, ci contagia con il desiderio irresistibile di leggerli.
Leopardi, Tolstoj, Manzoni, Mann, Kafka, Dostoevskij, Austen, Tomasi di Lampedusa e Orwell rivelano le illusioni in cui siamo irretiti e ci danno strumenti di straordinaria modernità per vivere in un presente incerto.
In questo viaggio attraverso alcuni dei loro capolavori, Guendalina Middei presta ascolto alle voci che, come magiche zattere, si levano dalle loro pagine, alla ricerca di quelle stelle polari che indicano la rotta in questa strana cosa che si chiama esistenza.
Nei personaggi, che si muovono tra gli inciampi, le emozioni e la ricerca di un senso profondo, l’autrice sente risuonare le tante domande che bruciano dentro di noi. Così, Anna Karenina non è solo la storia di una relazione clandestina e tragica, ma quella di una donna che, riappropriandosi dei suoi desideri, rinasce alla vita. Delitto e castigo ci racconta di un giovane che sente e pensa troppo intensamente, interrogandosi sul dolore e su come superarlo. In Leopardi ritroviamo l’ansia tormentosa di un ragazzo che vorrebbe aprirsi al mondo e scoprire quale posto occupare. E, ancora, a quanti è capitato di vivere una metamorfosi interiore tanto inaspettata come quella di cui ci parla Kafka?
Chiunque ami il gusto di letture che non smettono di sorprendere per la loro ricchezza troverà suggestioni preziose per accostarle e lasciare che ci parlino, superando con piccoli stratagemmi le difficoltà che pongono.
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IL RUMORE DELLE COSE NUOVE
Paolo Genovese
Andrea è un fotografo, Andreina un'infermiera, e se oggi Andrea è ancora vivo è perché Andreina gli ha donato un pezzo di sé. Umberto al lavoro allevia il dolore e a casa lo infligge ad Alba, che aveva sogni semplici e ora ha smesso di sognare. Ralph di mestiere riproduce suoni, Viola è un'attrice che ha scelto di recitare anche nella vita. E poi c'è Mirko, che ha dieci anni ma fa tanto rumore. Tre famiglie, che per anni si sono sfiorate nelle strade di Milano senza conoscersi, trascorrono le loro esistenze fra rancori, bugie e momenti di felicità finché un incontro imprevisto non stravolge tutto. Allora il caos prende il sopravvento sul fragile equilibrio che le regge e rischia di spazzarle via.
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BUCANIERI
Edith Wharton
New York, fine Ottocento. Cinque giovani bellezze, figlie dei nuovi ricchi, respinte dall'élite americana che le considera parvenu. Sono loro le bucaniere - così le immagina Edith Wharton nel suo ultimo romanzo - che, sovvertendo le rotte del passato, partono alla conquista dei tesori della Vecchia Europa: arte, cultura, ma soprattutto nobiltà. Perché un buon matrimonio è l'unico strumento concesso a una donna per assicurarsi un'esistenza dignitosa e conquistarselo è vitale. Così, riconvertendo in fascino la diversità che a casa loro le aveva relegate ai margini, queste eroine si fanno irresistibili ambasciatrici di uno stile di vita e di un amore diverso e irriverente, che vince le convenzioni del Vecchio Mondo e le ipocrisie di quello Nuovo. Wharton - maestra di satira ed eleganza - racconta di donne che scelgono di essere amiche e non rivali e che vivono assecondando le proprie idee, anticipando di un secolo e mezzo la normalizzazione della diversità culturale ed etnica della società.
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FAHRENHEIT 451
Ray Bradbury
Per dieci anni ho bruciato il cervello del mondo, l'ho innaffiato di cherosene. Perdio, Millie, un libro è una mente: non si tratta solo della donna che abbiamo ucciso ieri o degli altri che l'hanno preceduta in tutti questi anni, ma dei pensieri cui ho dato fuoco con sconsiderato piacere.
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IL BARONE RAMPANTE
Italo Calvino
La storia del Barone Cosimo Piovasco di Rondò, indomabile ribelle che a dodici anni sale su un albero per non ridiscenderne mai più, è considerata uno dei capolavori di Calvino. Questa splendida versione, dedicata ai ragazzi, fu realizzata dall'autore nel 1959 mantenendo intatte la qualità della scrittura e la suggestione del racconto. Una storia piena di avventure, leggerezza e libertà.
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OPPENHEIMER
Kai Bird, Martin Sherwin
Considerato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi e un autentico prodigio della fisica, Robert Oppenheimer coordinò il leggendario progetto Manhattan che nel 1945 produsse la prima bomba atomica, consacrando la sua carriera. Di fronte all’esito devastante dei bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki, tuttavia, il «distruttore di mondi» avanzò una radicale proposta per il controllo internazionale dei materiali nucleari nonché a opporsi con fermezza alla realizzazione della bomba all’idrogeno. A questa figura tragica ed eroica Kai Bird e Martin J. Sherwin hanno dedicato una monumentale biografia che nel 2006 ha ricevuto il premio Pulitzer: Oppenheimer ripercorre la parabola di una vera icona dell’America degli anni Quaranta, dall’oscurità alla fama che lo portò a partecipare alle grandi sfide e ai grandi trionfi del XX secolo, fino all’umiliazione di trovarsi coinvolto, nel 1954, in una terribile inchiesta che avrebbe compromesso per sempre la sua reputazione. Riflessione profonda sul rapporto tra scienza e potere, questo magistrale racconto proietta, attraverso la vita di un uomo, nuove luci e nuove ombre sulla storia di tutti noi.
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RAGAZZE DI CAMPAGNA
Edna O'Brien
Quando "Ragazze di campagna" fece la sua apparizione, nel 1960, si gridò allo scandalo. La Chiesa irlandese tentò letteralmente di mettere al rogo il romanzo, colpevole di aver raccontato il desiderio di una generazione di donne che rivendicava il diritto di vivere e parlare liberamente della propria sessualità. Ma con il suo lirismo e coraggio, la storia di Kate e Baba ripresa poi nei due romanzi successivi – La ragazza sola e Ragazze nella felicità coniugale – ha continuato a ispirare generazioni di lettori.
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