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La nostra selezione

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AQUA E TERA

Dario Franceschini

Dopo la fine del primo conflitto mondiale, nelle campagne ferraresi esplode la rabbia di migliaia di braccianti, sfruttati da decenni nei lavori di bonifica delle valli infestate dalla malaria. I Callegari sono una famiglia di scariolanti e lavandaie che attraversano questo universo di miseria e idealismo, di acqua e terra, in cui sono le donne, prima tra tutte Ginisca, a cercare di cambiare il destino delle loro figlie. La provincia di Ferrara dopo la guerra si trova sotto il dominio incontrastato delle leghe rosse, poi viene travolta dalla reazione delle squadre di camicie nere ed è in questo clima di odio e violenza che si incontrano Tina e Lucia, figlie di un agrario fascista e di un capolega socialista. Una storia d’amore nella terra di Balbo, Matteotti e don Minzoni. Sorretto da una scrittura che affianca ai toni avvolgenti del realismo magico quelli precisi del racconto storico, questo romanzo corale, pieno di vitalismo e di personaggi indimenticabili, trascina i lettori, consegnandoci una storia a cui apparteniamo ancora.

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PER SEMPRE

Richard Ford

Sembrava proprio un addio. Lo avevamo lasciato a sessantotto anni, già quasi deciso a tirare i remi in barca, intento al bilancio di un’esistenza comune a molte altre. E invece Frank Bascombe è tornato. Invecchiato, conduce una vita più solitaria, si limita a lavoricchiare part-time per il suo ex dipendente Mike Mahoney, che nel frattempo ha accumulato una fortuna.

Scrittore mancato, giornalista sportivo, agente immobiliare, due volte divorziato, padre, ma soprattutto protagonista di una serie narrativa che ha fatto di Richard Ford uno dei maggiori autori statunitensi contemporanei, Frank Bascombe affronta in questo romanzo uno dei ruoli più ingrati e strazianti che la vita può offrirgli: assistere sino alla fine il figlio Paul, a cui viene diagnosticata una forma particolarmente aggressiva di Sla.

Non resta molto tempo e, dopo un periodo di permanenza in una prestigiosa clinica nel Minnesota, dove Paul tenta l’ultima carta con una terapia sperimentale, Frank prende in mano la situazione e organizza un viaggio in camper. Destinazione finale, un monumento simbolo dell’immaginario statunitense: il Mount Rushmore nel South Dakota, con i volti di quattro grandi presidenti scolpiti nella roccia.

Paul e Frank hanno due nature agli antipodi che trovandosi a vivere a stretto contatto danno vita a duetti esilaranti e tentativi improbabili di esprimere i sentimenti reciproci. La morte attende il più giovane dei due, ma la materia dolorosa non si risolve in un libro triste. Mentre riflette sulla mortalità e la felicità, Frank conserva intatto il suo stoicismo provocatorio da grande incassatore, lo sguardo attento e prensile con cui cattura la vita intorno a sé, la vena meditativa e ironica che serpeggia in ogni suo incontro con gli altri esseri umani.

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LO SPIRITO BAMBINO

Banana Yoshimoto

Una strana presenza si aggira a casa di Misuzu, forse il preludio a una gravidanza o l’eco lontana di un passato doloroso. Mimi intanto continua a vivere la propria vita a Fukiage, immersa nell’atmosfera familiare della casa di Isamu e nella calma di quella cittadina stretta tra i monti e il mare.
Un nuovo episodio della saga di Mimi e Kodachi, in cui ogni vicenda è lo spunto per una meditazione sul significato profondo della vita, sull’assenza e il suo contrario, sull’amicizia e sull’amore.

“In questo periodo a casa mia c’è lo spirito di un bambino. Si manifesta la notte. È un bimbo piccolo, perciò sono certa che non sia la Misuzu nera. Né è il fantasma di mio fratello, che veglia sempre su di me.”

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IL GELSO DI GERUSALEMME

Paola Caridi

Siamo noi a scegliere gli alberi? Oppure sono gli alberi a scegliere quale umano seguire nelle tappe della sua vita? O, meglio, non sono forse gli alberi a poter raccontare il passaggio terreno degli umani?
Il gelso di Gerusalemme, il pino piegato del Monte Nebo, gli ulivi di Betlemme, i sicomori di Gaza e i ficus dell’Orto botanico di Palermo, e poi i platani del parco di Gezi e i flamboyant del Cairo non solo sono tutti testimoni di una storia umana, ma scrivono, nel loro modo, la Storia.
È così che Paola Caridi ci presenta e racconta le storie dietro agli alberi – e ai giardini botanici – più simbolici del Medio Oriente e del Mediterraneo. E con queste storie – sorprendenti, personali, politiche e tragiche – fa vivere anche le storie degli uomini e delle donne che hanno deciso di abitare la terra dove questi alberi hanno messo radici.
Tra il memoir e la storia di aree dell’Italia e del Mediterraneo che hanno subìto una doppia colonizzazione – degli uomini e, all’interno della specie umana, di chi ha esercitato un potere indiscriminato e non partecipato anche sui luoghi e sul paesaggio –, Il gelso di Gerusalemme ribalta la nostra usuale prospettiva di comprensione dell’altro, ci aiuta a esaminare sotto nuovi aspetti i testimoni inermi e silenziosi dei passaggi cruciali nelle vicende del mondo.
È la storia, un pezzo di storia, raccontata dagli alberi.

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LIBERATA

Domenico Dara

Liberata Macrì ha un modo tutto suo di vivere: dattilografa a tempo perso, crede a quello che non si vede, convinta che sia l’invisibile la vera misura del mondo. E sogna a occhi aperti sulle pagine dei fotoromanzi che colleziona e custodisce con cura, soprattutto se il protagonista è Franco Gasparri, l’attore che ama con completa devozione.

Incline alla solitudine, a eccezione dell’esuberante amica Giuditta, vede cambiare la propria esistenza quando conosce Luvio, il nuovo operaio dell’officina meccanica del padre. In un attimo, Liberata si sente proiettata dentro uno dei suoi fotoromanzi, eroina di una storia d’amore da sogno. Ma gli amori reali possono aspirare alla perfezione delle storie raccontate? E la magia dell’invisibile non rischia di sgretolarsi nell’impatto con la realtà del mondo?

In anni di profondo cambiamento, segnati dalla violenza nelle piazze e dalla strategia del terrore – ma anche dalle conquiste che rendono le donne più autonome e consapevoli del proprio posto nel mondo –, Liberata vive una metamorfosi, proprio come quegli insetti collezionati dal padre che dimostrano, sempre e comunque, come per divenire adulti si debba sacrificare e perdere una parte di sé. Attorno a lei, sussurra e si muove il piccolo paese del Sud dove vive – una cartomante che legge i tarocchi, un forestiero che la segue nell’ombra, la madre impegnata con il sagrestano a organizzare la processione per la festa di Sant’Antonio – e dove ciascuno nasconde un segreto, più o meno oscuro.

Domenico Dara evoca un mondo in cui le persone e le cose apparentemente più semplici racchiudono saggezze, sollevando il velo del quotidiano per farne sprigionare l’incanto. E in quell’incanto noi lettori avventurosamente, dolcemente, ci immergiamo.

Alla fine, diventiamo sempre quello che siamo, a prescindere dalla terra in cui siamo stati abbandonati.

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SOTTO LA PELLE DEL MONDO

Dario Fabbri

Viviamo una fase di egemonia contrastata. Antagonisti sfidano apertamente la supremazia statunitense, senza timore di incappare nella rappresaglia di Washington. I russi invadono l’Ucraina riportando la guerra nel continente europeo, gli iraniani colpiscono Israele tramite Hamas, i cinesi soccorrono Mosca e Teheran, mentre ci ricordano, a ogni esercitazione militare, che Taiwan dovrà tornare a loro, con le buone o con la forza. La Turchia conquista porzioni d’Africa mentre guarda all’Asia Centrale, la Germania è tormentata dalle sue divisioni interne, il Messico prova a stabilire da che parte stare.

È dunque necessario immergerci nel mondo e provare a comprenderlo con strumenti nuovi. Ma come? Dario Fabbri ci guida applicando ai massimi temi dell’attualità il metodo della geopolitica umana. In cosa consiste? Nello studiare i popoli adottando il loro sguardo, approfondendo storie, lingue, antropologie, psicologie degli altri.

In questo modo potremo comprendere la depressione degli americani, le pulsioni dei russi, le difficoltà dei cinesi, i cambiamenti nelle collettività tedesca e israeliana, il punto di vista di turchi e persiani, le contraddizioni dell’India, il dipanarsi della guerra israelo-palestinese, il perché di Brexit, la sospensione del nostro paese.

I grandi eventi hanno cause più profonde di quello che immaginiamo. Dario Fabbri mostra ai lettori la differenza tra ciò che appare in superficie e la reale sostanza del nostro tempo.

La crisi morale degli Stati Uniti, il peso di Taiwan, la questione russa, le contraddizioni dell’India, le proteste in Iran, la guerra di Gaza, l’immobilismo del nostro paese.

Dodici casi dell’attualità che condizioneranno le nostre vite, studiati con la lente della geopolitica umana.

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LA DONNA NEL POZZO

Piergiorgio Pulixi

Un dettaglio. È sempre un dettaglio a fare la differenza.

Capita a Cristina Mandas di dimenticare il compleanno del marito. Che vuoi che sia. Invece, la svista è il primo scricchiolio di una vita che sta per andare in frantumi. Perché a quarant’anni Cristina non è la maestra, la moglie, la madre, stimata e ben voluta dalla comunità di quel paesino sardo in cui si è trasferita tempo prima. Dietro la cortina di un’esistenza comune, custodisce un segreto che deve rimanere sepolto nelle profondità di un pozzo. E così è stato, almeno fino a un particolare colto di sfuggita, fino a quella dimenticanza. Qualcuno, però, si è accorto che Cristina non è più la stessa, che è sul punto di cedere. Qualcuno rimasto nell’ombra a spiarla per anni.

Lorenzo Roccaforte è stato uno degli scrittori più amati d’Italia e ha anche vinto il Premio Strega. Ora che il successo è volato via a causa della sindrome da pagina bianca, si ritrova ad aver mancato lo status di “solito stronzo”, lui che puntava a rimanere un “venerato maestro”.

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GEOPOLITICA

Aldo Giannuli

L’epoca attuale è schizofrenica, contraddittoria, complessa a volte fino all’indecifrabilità, insomma un vulcano in piena eruzione: un’eruzione preparata, tuttavia, durante il lungo Novecento.
Per capirla, o almeno provarci, lo strumento migliore è la geopolitica, parola-chiave del dibattito attuale ma poco compresa e poco divulgata, disciplina che descrive la realtà e al contempo produce decisioni che quella realtà modificano. Il fine di questo libro di Aldo Giannuli è dunque proprio esaminare l’epoca conflittuale che stiamo vivendo attraverso la geopolitica, e spiegare che cos’è la geopolitica attraverso quest’epoca. 
Quando nasce la geopolitica?
È uno strumento di conoscenza o piuttosto un progetto di potenza che usa cognizioni storico-geografiche? Giannuli traccia la storia del concetto, prende in rassegna i maggiori autori (da Clausewitz a Schmitt fino ai contemporanei), valuta le sue potenzialità conoscitive e i suoi limiti (spesso l’esperto di geopolitica ambisce a essere «consigliere del Principe») facendo quello che deve fare la migliore divulgazione: metterci in grado di decifrare i disegni del potere politico, ma anche – e soprattutto – di criticarli.

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L'AMANTE DI CHOPIN

Rita Charbonnier

Quando si incontrano per la prima volta, George Sand si gode ancora la libertà dopo un rapporto tormentoso con Alfred de Musset, e Fryderyk Chopin fantastica di un amore rimasto in Polonia.
Ad attrarli irresistibilmente è l’ascolto. Quello che George Sand offre con la mente e con il corpo, e che Chopin desidera più di ogni altra cosa.
Sono entrambi artisti di successo, però è George a mettere al primo posto la musica di Chopin, i suoi problemi di salute.
Saturi di mondanità parigina fuggono a Maiorca, sognando un caldo inverno mediterraneo; trovano pioggia e vento. Chopin tossisce, ha male al petto. George Sand lo cura e lo protegge, e i Preludi sgorgano lì, da un pianoforte di fortuna, tra le mura di una certosa antica.
Cercano la pace nella campagna francese: la villa di George è confortevole e ospitale, il Pleyel accordato alla perfezione.
Scrivendo romanzi e articoli di notte, lei è serena, riesce a rispettare le scadenze.
Ma sua figlia adolescente in fiore è una mina vagante, il figlio Maurice è geloso di Chopin e Chopin dei giovani giornalisti con cui George prepara la rivoluzione.
Nel 1848 Parigi esplode, barricate reali e d’orgoglio li dividono, ma dieci anni di amore non possono finire così.

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ACCORGERSI DI ESSERE VIVI

Franco Arminio, Guidalberto Bormolini

«Il materialismo brutale e nichilista in cui siamo immersi non solo accentua le ingiustizie sociali e danneggia la salute del pianeta, ma è anche un'implacabile assicurazione sull'infelicità: le nazioni più avanzate economicamente sono piene di depressione e solitudine». Presi da un mondo frenetico e competitivo, ci dimentichiamo di essere vivi. In questo libro, Franco Arminio e Guidalberto Bormolini cercano di tracciare un sentiero che vada in direzione contraria: una terapia della parola come risorsa antica e a disposizione di tutti, per chi desidera ritrovare un senso di comunione più ampio e profondo con l'umanità. Imparare dalla sofferenza, fare nuove tutte le cose, prendere il volo, cogliere la meraviglia: in ogni breve capitolo di questo saggio, il ragionare poetico di Arminio si interseca con le riflessioni in prosa di Bormolini, dando vita a un testo denso di spiritualità e poesia, che cura l'anima e aiuta a ritrovare il senso perduto. Con uno stile lirico e coinvolgente allo stesso tempo, i due autori ci guidano in un viaggio alla scoperta non tanto del mondo, ma di noi stessi nel mondo. 

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LE CITTÀ DEL MONDO

Eraldo Affinati

Quante sono le città della nostra vita, e che cosa rappresentano? Questo libro è un viaggio nel tempo e nello spazio: dagli angeli sulle rovine di Bruxelles al sole elettrico di Battipaglia, dalla stanza dei bottoni di Washington alla madre dell’Italia infeconda di Veio, dai tizzoni bruciati di Volgograd alle sapienze perdute di Atene.

Eraldo Affinati è un maestro della toponomastica lirica. Ha raccolto trecento città del mondo: conosciute, sognate, inventate, tutte descritte ed evocate in brevi ritratti di grande concisione fantastica e affettuosa adesione sentimentale, nei quali i lettori potranno riconoscere le proprie stesse preferenze e idiosincrasie, in un gioco di riflessi capace di favorire e moltiplicare le connessioni interiori.

Ogni descrizione di città è un romanzo in miniatura. Ogni sezione è introdotta da un corsivo che racconta una città-guida: Charkiv, sconvolta dal recente conflitto russo-ucraino, nel fantasma della Seconda guerra mondiale; Venezia, segnata dal dolore della bellezza; Roma, caput mundi. Ci si può perdere nella polvere mesopotamica di Babilonia, tra le galline senza cresta di Acchiappa-citrulli, sulle tracce di Anguilla a Yuma, nei promontori di Rosberg a Fulgor.

Il prologo è a New York, matrice urbana della modernità sfregiata e ricostruita, città simbolo con una costante vocazione alla decadenza; l’epilogo invece è a Gerusalemme, in grado di riassumere, nella sua storia splendida e drammatica, tutti i grovigli irrisolti del mondo. Le città del mondo è un libro che appassiona sin dalle prime righe, un labirinto magico nel quale si è felici di perdersi.

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VITA DI LUCREZIO

Luciano Canfora

Un grandissimo poeta che passa come uno sconosciuto, meglio come un innominato, nella società letteraria del suo tempo, che è il tempo di Cesare e di Cicerone. Un autore che risulta aver frequentato i grandi letterati dell'età sua, e del quale invece manca ogni notizia, anche la più ovvia. Questo è il paradosso di Lucrezio. Ci sono molte strade per addentrarsi in questo enigma: dalla congettura biografica (come fecero gli antichi) al virtuosismo combinatorio (come usano i moderni). In questo libro se ne è seguita una diversa: guardare a fondo nell'opera di Cicerone, il quale, tra i contemporanei di Lucrezio, fu il più importante divulgatore di filosofia. È risultato così che il De rerum natura, il poema fisico lucreziano, è il libro con cui Cicerone si è venuto cimentando polemicamente per decenni. Quel poema è per lui l'antagonista necessario, la bussola negativa. Ma perché non lo chiama mai in causa? Qual è il freno che gli impedisce di dichiarare apertamente il suo bersaglio? Questo libro adombra una risposta, che è forse di immediata evidenza.

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LA LIBRERIA MORISAKI

Satoshi Yagisawa

Jinbocho, Tokyo. Un quartiere pittoresco e pieno di fascino, dove la maggior parte dei negozi vende libri. Ce n’è per tutti i gusti: volumi nuovi o di seconda mano, testi di storia, di filosofia, cataloghi. In totale sono circa centosettanta insegne, a formare il più grande quartiere di librerie al mondo.

In questo angolo fuori dal tempo, al riparo dal traffico della metropoli, c’è un vecchio negozio specializzato in letteratura giapponese moderna: la libreria Morisaki.

È qui che si svolgono le avventure di Takako e dei suoi familiari: l’eccentrico zio Satoru, che le lancia un’ancora di salvezza in un momento di crisi, e l’adorata ma sfuggente zia Momoko. Insieme a loro, il variopinto panorama dei clienti della Morisaki e del vicino caffè dove Takako si rifugia dopo il lavoro.

Giorno dopo giorno, pagina dopo pagina, la ragazza scoprirà il mondo dei libri e delle librerie, e l’importanza di tutte le persone che vi ruotano attorno.

Dopo lo straordinario successo di I miei giorni alla libreria Morisaki e Una sera tra amici a Jinbocho, la storia della piccola libreria di Tokyo creata dalla penna di Satoshi Yagisawa viene riunita per la prima volta in un unico volume: un’edizione speciale, con la copertina che diventa un poster e una pagina illustrata per le dediche o da personalizzare come ex libris.

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IL TALENTO DEGLI SCOMPARSI

Claudio Bisio

Marco è un noto attore milanese sul viale del tramonto. I film in cui recitava vincevano Oscar, adesso interpreta “prestigiosi” ruoli da defunto in pellicole di serie B. E quando non è sdraiato in una bara ad aspettare il ciak, gli restano lunghe e solitarie passeggiate infarcite di ricordi. L’unico tocco di brio alla sua esistenza arriva da Luciana, la “sadomasomasterchef” a cui piacciono i giochi sessuali a base di senape in grani.
Mirko è un ragazzo stralunato della provincia di Lecce. Approdato a Roma in cerca di fortuna, gli è bastato mettere il suo nome su un cartellone pubblicitario per diventare una star. Ora però nemmeno lui si capacita delle ragioni di un simile successo: gli sembra che la realtà in cui è immerso sia un copione dell’assurdo scritto da una mano invisibile.
Marco vorrebbe scomparire, Mirko vuole apparire. Il primo viene dal Nord, il secondo è un figlio del Sud. Uno ha una certa età e una buona dose di rimpianti, l’altro ha il futuro davanti e una celebrità che è incapace di gestire.
I loro destini si sfiorano più volte fino a incrociarsi in un crescendo di situazioni spassose e deliranti: dagli sproloqui dello sgangherato agente Nando, che li rappresenta entrambi, al flirt in comune con la misteriosa Lara, passando per una banda di fratelli gelosi con licenza di uccidere. Infine, un bizzarro testamento spariglierà le carte e porterà a galla alcuni segreti del passato.
Comico e dissacrante. Ma anche introspettivo e visionario. Spaziando con felice leggerezza da un registro all’altro, Claudio Bisio ci regala un romanzo ricco di lucidissima follia, con un finale a sorpresa che farà venir voglia di rileggerlo tutto da capo.

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IL TEMPO DEGLI IMPREVISTI

Helena Janeczek

Cosa rimane del Novecento? Ci siamo davvero lasciati per sempre alle spalle i suoi sogni, le lotte, le ombre? È sul filo di queste domande che si muove la scrittura di Helena Janeczek, il suo talento nell’indagare le vite di personaggi normali che, incrociando i grandi rovesciamenti della Storia, diventano destini eccezionali capaci di consegnarci, nel racconto immaginato, il senso di un’eredità collettiva.
Ripercorrendo gli inizi del secolo scorso alla ricerca di storie marginali, solo in parte note, conosciamo le sorelle Zanetta, maestre arrivate nella Milano dei fermenti per l’Expo del 1906, che aderiscono ai sogni socialisti per poi vedersi, la più giovane, arrestata per disfattismo negli anni subito successivi a Caporetto. Nella Merano del 1920, dove si respira una salubre aria di cura per i cagionevoli di salute, troviamo il dottor K., che crede di essere al centro di un intrigo spionistico nato dalla corrispondenza con la sua traduttrice, Milena Jesenská. In quest’Italia di inizio secolo, dove le voci straniere si intrecciano con l’orgoglio nazionale, incontriamo poi la figlia del grande poeta americano Ezra Pound, che vaga per Venezia spiata da un ragazzino che con lei ha condiviso l’infanzia nelle malghe del ­Tirolo. E il giovane Albert O. Hirschmann, che ha raggiunto la sorella e il cognato a Trieste, una città animata dallo spirito edonista e mercantile della sua borghesia fieramente italiana, quella stessa borghesia che di lì a poco avrebbe visto abbattersi sul proprio mondo le leggi razziali, come il più impensabile e terribile degli imprevisti.
Ma i tempi di imprevisti, avrebbe teoriz­zato più avanti Hirschmann, sono anche tempi di possibilità che invitano a essere pensate, e percorse, a prescindere da come la Storia sia andata. Serve anche a questo la letteratura, ci dicono queste pagi­ne, a rivivere dall’interno di ogni personag­gio quel passato che non si è ancora chiuso, per provare a raccoglierne l’eredità irrisolta.

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GRAMMAMANTI

Vera Gheno

Chi può definirsi grammamante? Chi ama la lingua in modo non violento, la studia e cosí comprende di doverla lasciare libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, cioè degli usi che le persone ne fanno ogni giorno parlando. Essere grammarnazi significa difendere la lingua chiudendosi dentro a una fortezza di certezze tanto monolitiche quanto quasi sempre esili; chi decide di abbracciare la filosofia grammamante, invece, non ha paura di abbandonare il linguapiattismo, ossia la convinzione che le parole che usiamo siano sacre, immobili e immutabili. Perché per fortuna, malgrado la volontà violenta di chi le vorrebbe sempre uguali a loro stesse, le parole cambiano: alcune si modificano, altre muoiono, ma altre ancora, nel contempo, nascono. E tutto questo dipende da noi parlanti: non c'è nessuna Accademia che possa davvero prescrivere gli usi che possiamo farne; siamo noi a deciderlo e permettere il cambiamento. È tempo di smettere di essere grammarnazi e tornare ad amare la nostra lingua, apprezzandola per quello che davvero è: uno strumento potentissimo per conoscere sé stessi e costruire la società migliore che vorremmo.

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TREMATE, TREMATE, LE STREGHE SON TORNATE

Barbara Alberti

La mala stupidità dei social e gli atti di guerra ci fanno credere che siamo tutti domati, che la bruttezza s'è mangiata il mondo. Piano! In contrasto con tutto ciò, ti guardi intorno e vedi che l'arte è viva, vivo il pensiero, che c'è una fioritura di ingegno e di coraggio, un esercito di folli, di resistenti che vive, agisce, crea anche solo esistendo. Dove ti giri, scopri la dissidenza del meraviglioso. Nel cinema, in letteratura, musica, pittura e negli studi umanistici nascono capolavori anarchici, e luminosa è la ricerca scientifica. In questo libro non ho voluto contare i vivi, ma le streghe. Le disobbedienti. E i disobbedienti. Le streghe non sono mica solo donne. Ci sono pure gli streghi, ce ne sono di tutti i sessi, compresi quelli che non sanno ancora bene a quale genere vogliono appartenere, o inventarne uno nuovo. Se io così disinformata ne conosco tante, quante ce ne saranno in giro? Persone che non obbediscono, che lavorano per la bellezza. E non nelle catacombe, pubblicano libri fanno film studiano le scienze vanno in tv e sono letti ascoltati visti seguiti. Un tessuto parallelo al mostruoso, che sconfessa e combatte la furia mortuaria e censoria della politica e della storia. Barbara Alberti torna a scrivere del mondo in cui viviamo e lo fa con un libro affilato, irriverente, ironico e controcorrente. Tremate, tremate è un racconto del reale attraverso le donne, gli uomini, le femministe, i corpi, i media, la politica, la televisione, il cinema e la letteratura. Uno sguardo sull'oggi che mette in luce le isole di disobbedienza e bellezza che tengono accesa la scintilla vitale dell'umanità.

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LA LOCANDA DEI GATTI E DEI RICORDI

Yuta Takahashi

Prima un viaggio in treno da Tokyo, fino a una cittadina di mare nella penisola di Boso. Poi una passeggiata lungo la spiaggia, fino a un vialetto di conchiglie. È lì che si trova “Da Chibi”, una delle poche locande dove, secondo alcuni, viene ancora servito il kagezen: il vassoio d’ombra, il pasto tradizionale giapponese che si cucina per chi non c’è. Le voci narrano che, dopo che il piatto viene messo in tavola, accadano cose strane, che sia possibile mettersi in contatto con la persona di cui più si sente la mancanza. Così, scossa dalla morte improvvisa del fratello, in una mattina luminosa la diciannovenne Kotoko Niki varca la soglia del ristorante, sotto lo sguardo attento di un gatto. Il fratello di Kotoko ha perso la vita in un incidente stradale cercando di proteggerla e lei, piena di rimorsi, spera in un miracolo. Una speranza folle, pensa, almeno finché non inizia a mangiare il riso, il pesce bollito e la zuppa di miso fumante che l’avvolgono con il loro profumo. L’orologio smette di ticchettare, il mare e i gabbiani tacciono, e Kotoko ha la sensazione di sentire accanto a sé una voce familiare… Nella Locanda dei gatti e dei ricordi, seguiamo Kotoko e altri personaggi che, come lei, cercano di fare i conti con l’assenza di una persona cara: un ragazzino timido e una compagna di scuola, il suo primo amore; un ottantenne malato e la moglie; un giovane chef e la madre. Con pennellate lievi e piene di poesia, Yuta Takahashi esplora il potere curativo dell’amore e della memoria, arricchendo il racconto con prelibate descrizioni dei piatti tipici giapponesi e con una ricetta a corredo di ogni capitolo.

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LA SORELLA DI MOZART

Rita Charbonnier

Di Mozart non ce n’è uno solo. Wolfgang aveva una sorella maggiore, prima di lui bambina prodigio, pianista eccezionale e anche compositrice: Maria Anna Mozart, detta Nannerl.
Il padre, geloso amministratore dei talenti e delle risorse di famiglia, per anni li fa esibire insieme davanti alle corti d’Europa.
I loro destini, tuttavia, si separano quando Nannerl compie diciotto anni.
Wolfgang parte con il padre per l’Italia, mentre Nannerl resta a casa a dare lezioni di piano per finanziare il loro lunghissimo viaggio.
Da quel momento, l’ascesa del genio della musica diventa inarrestabile; la carriera di musicista di Nannerl, invece, è definitivamente stroncata.
Non sapremo mai se Nannerl avrebbe potuto distinguersi come il fratello; purtroppo, non ne ha avuto l’occasione.
Questo romanzo è per lei.

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LEGGERE PERICOLOSAMENTE

Azar Nafisi

«Finché possiamo immaginare, siamo liberi» ha detto David Grossman. Ma – si potrebbe obiettare – non sarà un lusso riservato agli scrittori? In altre parole: la letteratura esercita un effettivo potere sulla nostra vita quotidiana? Le cinque lettere che fra il 2019 e il 2020 Azar Nafisi ha indirizzato al padre, proseguendo un dialogo che la morte di lui non ha interrotto, sono la più persuasiva risposta a questo cruciale interrogativo. Mentre intorno a lei, anche negli Stati Uniti, la realtà si fa sempre più allarmante – dall’affermarsi di tendenze totalitarie alla pandemia di Covid-19 – e indignazione e angoscia paiono sopraffarla, Azar Nafisi torna a immergersi nei libri che più ha amato, e ci mostra, intrecciando racconto autobiografico e riflessione sulla letteratura, come Salman Rushdie e Zora Neale Hurston, David Grossman e Margaret Atwood, e altri ancora, l’abbiano accompagnata nei momenti più difficili, come veri e propri talismani. E le abbiano dischiuso, con la loro multivocalità, inattese prospettive: insegnandole per esempio a dubitare della soffocante dicotomia tra aggressore e vittima; a vedere nell’odio e nella rabbia, in apparenza capaci di conferire identità, una fuga dal dolore – a comprendere che le grandi opere letterarie sono davvero pericolose, giacché smascherano ogni impulso tirannico, fuori e dentro di noi. Sicché «leggerle pericolosamente» significa accogliere l’irrequietezza e il desiderio di conoscenza di cui ci fanno dono.

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TUTTO QUELLO CHE NON TI ASPETTI

Nina Sophie Rima

Non è semplice, la vita di Sophie. Fin da piccola ha avuto troppo amore o troppo poco, un amore a intermittenza, che la soffocava e poi scompariva del tutto, che la faceva sentire al centro del mondo e poi la lasciava cadere nell'indifferenza. E così, bambina morbosamente adorata prima, adolescente abbandonata a se stessa poi, Sophie cresce priva di qualcuno che sappia mostrarle cosa significhi amare in modo profondo, incondizionato, sano. La sua storia sembra già scritta: finisce in un giro di amicizie sbagliate e si ritrova in situazioni sempre peggiori, incapace di sottrarsi al richiamo di quel baratro che l'attira irresistibilmente nel suo buio. Finché, una notte, un incidente in moto cambia tutto: Sophie subisce l'amputazione di una gamba. Ha solo diciassette anni, la consapevolezza di non poter tornare indietro e la convinzione di esserselo meritato. Ma, proprio in quel momento drammatico, trova la forza di interrogarsi, di chiedersi chi è davvero e che cosa può chiedere alla vita. Con una nuova consapevolezza intraprende un lungo e difficile percorso di rinascita, tra ricadute e prese di coscienza dolorose, tra cui la più sconvolgente di tutte: solo imparando ad amare se stessa potrà davvero salvarsi.

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NEMICI

Isaac Bashevis Singer

Un giorno, a una domanda sull'importanza che aveva avuto l'amore nella sua vita, Isaac Bashevis Singer rispose: «Grandissima, perché l'amore è amore della vita. Quando ami una donna ami la vita che è in lei». Ma che genere di amore è quello che lega Herman, il protagonista di «Nemici», a Jadwiga, la contadina polacca che lo ha salvato dalla deportazione nascondendolo per tre anni in un fienile, nutrendolo e curandolo, e che lui ha portato con sé a New York e ha sposato? E che genere di amore lo lega a Masha, la donna, scampata ai lager, del cui corpo non riesce a fare a meno, ma che percepisce come una minaccia – perché quel desiderio, più che alla vita, si apparenta alla morte? Ed è ancora amore il sentimento che lo lega alla moglie Tamara, che credeva morta e che gli riappare davanti all'improvviso? Di fronte a simili domande Herman è paralizzato, incapace di trovare una via d'uscita. A rendere tutto molto, molto più complicato è la fatica quotidiana del vivere, in quella New York che è sembrata un miraggio di felicità, ma che si rivela ogni giorno più inospitale e più aspra. Il lettore segue Herman nei suoi affannosi, sconclusionati andirivieni dal Bronx a Coney Island e da Coney Island a Manhattan, chiedendosi se e come riuscirà a tirarsi fuori da quella specie di guerra che le sue tre donne gli hanno dichiarato, e soprattutto dal groviglio di un'esistenza fatta di continue menzogne, sotterfugi, goffaggini e fughe – o se, come il Bunem di «Keyla la Rossa», finirà per cedere alla tentazione di disperare di Dio.

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ARGOMENTARE, WATSON!

Eugenio Radin

Come facciamo a distinguere un ragionamento corretto da uno scorretto? Esiste un modo di ragionare giusto, che conduca a conclusioni valide? Sì, esiste e si può imparare. È un’arte antica, risale alla Grecia di Pericle, l’ha codificata Aristotele: è l’arte dell’argomentazione. Questo libro ci insegna a riconoscere i falsi argomenti, ossia le fallacie: lo fa attraverso le storie di uno dei più grandi ragionatori di tutti i tempi, l’amatissimo Sherlock Holmes che guida noi e l’esterrefatto Watson a disvelare gli inganni che si annidano nei ragionamenti. Attraverso dieci veri e propri racconti polizieschi, siamo chiamati a trovare la fallacia che sta in agguato nell'ombra e a vederci chiaro. È dal sonno della ragione che nascono i mostri, ma possedere la spada affilata dell’argomentazione e saperla usare può aiutarci a tenerli lontani, di qualsiasi tipo essi siano: reali, immaginari, politici, etici, comunicativi.

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IMPERIUM

Giovanni Brizzi

La vicenda di Roma, lungo tutto il suo percorso millenario, è accompagnata da un concetto particolarissimo e originale: quello espresso nel termine imperium. Questo vocabolo traduce il rapporto tra il potere nella sua accezione più alta e la sua responsabilità. Nel gestire questa gravosa incombenza il potere deve confrontarsi con una serie di doveri. Ab origine, la responsabilità verso il popolo romano è subordinata a una serie di valori addirittura anteriori alla nascita stessa dell’Urbe, come quello di fides, il rispetto delle regole. A questo concetto sono costretti a rapportarsi tutti i grandi di Roma. Camillo, cui viene attribuita una prima definizione del diritto naturale, che vieta ogni atto in contrasto con la natura dell’uomo; Scipione, il primo imperator, che proclama la superiorità di un singolo sulle strutture. Muove all’azione Silla, l’idealista in cerca di impossibili ritorni al passato; accende Cicerone nella sua teoresi; lo reclama per sé Cesare senza poter conservare né il potere né la vita; lo struttura mirabilmente Augusto, nel nuovo patto con gli dei (la pax Augusta) da cui nascerà la monarchia. L’intero corso della storia imperiale assiste poi a un costante dibattito, che impegna tanto gli stoici quanto la propaganda di corte, gli imperatori-soldati come il pensiero cristiano. Da quest’ultimo ambito uscirà, infine, la struttura tetragona e proiettata nei secoli a venire dell’impero cristiano.

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DI FAMA E DI SVENTURA

Federica Manzon

Tommaso nasce nell’ora più calda del giorno più caldo dell’esta­te più calda. “È nato sotto una cattiva stella,” diranno. Ma quel bambino ha qualcosa di speciale. Sarà in grado di capire l’animo delle persone con uno sguardo, di leggere il futuro, ma su di sé attirerà tanto il successo quanto la sventura. Cresciuto da nonna Vittoria, incantatrice di uomini che solo da lui è stata davvero conquistata, Tommaso viene soprannominato sin da subito “l’Indiano”, perché sembra destinato a stare dalla parte dei deboli, dei perdenti. E tuttavia lui sogna di diventare un cowboy. Dopo un inizio segnato da abbandoni e ingiustizie, si getterà nella lotta per ottenere riscatto, lasciando la sua città costiera per immergersi con facilità inaspettata nel mondo dell’alta finanza americana, che trasformerà per sempre la sua natura e il suo sguardo, cancellando l’influsso di nonna Vittoria, dell’amico Ariel Fiore, nuotatore dal carattere gentile facile da amare e tradire, e l’amore di Luce, che la sua storia racconta e il suo nuovo sguardo, quello infine “da cowboy”, fatica a incontrare.

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ROMPERE L'ASSEDIO

Roberto Arditti

Che cos’hanno in comune i figli, la politica e le armi? Insieme, rappresentano le sfide che abbiamo davanti, sia come Italia sia come Unione europea. Ma fino a che punto abbiamo consapevolezza della reale complessità di tali sfide? Conosciamo le forze che stanno cambiando lo scenario internazionale con una rapidità mai vista nella Storia? Sappiamo quali sono i fattori decisivi di uno scontro su più livelli che prefigura un secolo assai diverso da quello che avevamo immaginato? Ecco allora il senso di questo libro, che guarda con occhi italiani (quindi europei, quindi occidentali, quindi «democratici») al divenire della scena internazionale, cercando di trovare un filo logico tra fatti sempre nuovi e sempre diversi. Per agganciare il futuro, per non farci trovare impreparati.

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LA DEMOCRAZIA

Luciano Canfora

Quando crollò il cosiddetto ‘socialismo reale’, Gabriel García Márquez lanciò un allarme. Paventò lo sprigionarsi di un ‘fondamentalismo democratico’, fondato sul presupposto che ciò che non è come noi è ‘il male’. Gli effetti di tale svolta, impressa al pianeta, sono sotto i nostri occhi. Ma il fenomeno viene da molto lontano: si tratta dell’esito deludente della grande speranza, durata secoli, di portare le società umane ad inverare la democrazia. Questo libro racconta questa storia.

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OLOCAUSTI

Gilles Kepel

Il trauma provocato in tutto il mondo dai massacri del 7 ottobre 2023 ha segnato un nuovo spartiacque nel già complesso conflitto tra Israele, Palestina e Gaza. I bombardamenti su Gaza che ne sono seguiti, e gli scontri sul terreno, hanno marcato un cambio di passo di una guerra che all’orizzonte non vede possibili pacifiche soluzioni. Gilles Kepel, tra i più importanti studiosi occidentali del mondo arabo, prende spunto proprio dal raid del 7 ottobre per dimostrare come questo sia l’ultimo atto di un conflitto con radici antichissime. Sottolinea la trasformazione all’interno delle società arabe – a partire dalla guerra dello Yom Kippur negli anni settanta – delle rivendicazioni territoriali in “discorso” religioso; ricostruisce la storia politica e militare di Hamas (e del suo leader Yahya Sinwar), che oggi appare come la punta di diamante di un “asse della resistenza” contro Israele, guidato da Teheran, e che riunisce la Siria, gli Hezbollah libanesi e gli Houthi dello Yemen; fotografa la terribile spirale di violenza, fanatismo e miopia politica i cui meccanismi affondano nella storia di questa terra. In questo quadro Kepel non risparmia di attribuire le responsabilità al governo israeliano e alla sua leadership, individuando nella politica del primo ministro Netanyahu, che dipende in gran parte dalle ali religiose più estreme, una strategia fallimentare che ha diviso in profondità la società israeliana. Con "Olocausti" Gilles Kepel attinge a lunghi anni di studi e analisi che gli permettono di abbracciare l’intero complesso quadro geopolitico mediorientale con autorevolezza e ci restituisce una lettura storica equilibrata in grado di farci comprendere le ragioni profonde di questo conflitto antichissimo.

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IL SUICIDIO DI ISRAELE

Anna Foa

Israele stava già attraversando un periodo di crisi drammatica prima del criminale attacco del 7 ottobre 2023. Grandi manifestazioni chiedevano a gran voce le dimissioni di Netanyahu e del suo governo e il paese era praticamente bloccato. La risposta al gesto terroristico di Hamas con la guerra di Gaza rischia però di essere un vero e proprio suicidio per Israele. Da un lato, infatti, abbiamo l’involuzione del sionismo, o meglio dei sionismi: da quello originario della fine del XIX secolo, passando per quello liberale e favorevole alla pace con gli arabi, fino alla crescita del movimento oltranzista dei coloni e all’assassinio di Rabin. Dall’altro, il resto del mondo ebraico – la diaspora americana e quella europea – si confronta oggi con un crescente antisemitismo che, contrariamente alla propaganda di Netanyahu, non è la stessa cosa dell’antisionismo, ma che certo dalle vicende della guerra di Gaza trae spunto e alimento. Per salvare Israele è necessario contrapporre al suprematismo ebraico, proprio dell’attuale governo Netanyahu, l’idea che lo Stato di Israele deve esercitare l’uguaglianza dei diritti verso tutti i suoi cittadini e deve porre fine all’occupazione favorendo la creazione di uno Stato palestinese. Qualunque sostegno ai diritti di Israele – esistenza, sicurezza – non può prescindere da quello dei diritti dei palestinesi. Senza una diversa politica verso i palestinesi Hamas non potrà essere sconfitta ma continuerà a risorgere dalle sue ceneri. Non saranno le armi a sconfiggere Hamas, ma la politica.

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DIZIONARIO PER BOOMER

Beatrice Cristalli

La lingua italiana è generosa: sin dalla sua "nascita" ha accettato di buon grado prestiti da altri idiomi e dialetti, e si è lasciata modificare e aggiornare dalle mode e dai costumi. Come è possibile quindi che adesso nessuno capisca come parla la Generazione Z, i nati tra il 1996 e il 2010? E perché ci fa tanta paura aprirci a queste nuove possibilità lessicali? Beatrice Cristalli, linguista e formatrice, viene in soccorso di tutti quelli che con i giovani devono parlare ma non li capiscono, con il suo ricco e documentatissimo Dizionario per boomer, cercando di gettare un ponte tra le generazioni e mostrando ai "boomer" che non c'è nulla da temere una volta che si conosce l'origine, e soprattutto il senso nascosto, di ciò che si sta dicendo. Questo piccolo dizionario tematico si addentra nello slang della Gen Z (e oltre), e permette di abbandonare pregiudizi e stereotipi scoprendo che ci siamo già abituati ai neologismi di illustri precedenti letterari da Dante a d'Annunzio, da Leopardi a Pascoli.

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