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La nostra selezione
INVENTARE I LIBRI
Alessandro Barbero
Nel 1485, ser Bernardo Machiavelli annota nel suo libro di ricordi di aver comprato «da Filippo di Giunta, librario del popolo di Santa Lucia d’Ognisanti» due volumi, uno di diritto e uno di storia: su quest’ultimo, conservato presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, possiamo tuttora leggere le annotazioni di suo figlio, Niccolò Machiavelli. Quattro anni dopo, a stipulare il contratto di affitto della nuova bottega del «librario» Filippo Giunti è il notaio Piero da Vinci, padre di Leonardo…
Di Filippo Giunti e di suo fratello Lucantonio, fondatori a Firenze e a Venezia di due tra le prime e più innovative imprese editoriali della storia, avevamo finora notizie lacunose: Alessandro Barbero pone mano agli strumenti dello storico e ricostruisce il loro percorso, la dinastia cui danno vita, la rivoluzione di cui sono protagonisti.
Nati in una modestissima famiglia di pannaiuoli, cresciuti in un mondo dove i «cartolai» erano iscritti all’Arte degli Speziali perché si occupavano di «carte di papiro, o pecorine, libri di carte bambagine o di capretto», Lucantonio e Filippo intuiscono le formidabili potenzialità della nuova arte della stampa e diventano tipografi, editori e vivacissimi commercianti di libri attivi tra la Serenissima, Firenze, la Francia e la Spagna. Lucantonio pubblica il primo libro – l’Imitazione di Cristo, tuttora presente nel catalogo Giunti – nel 1489: sei anni prima che Aldo Manuzio dia avvio alla sua attività.
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VITA VECCHIAIA E MORTE DI UNA DONNA DEL POPOLO
Didier Eribon
Quando il medico di famiglia decreta che l’anziana madre «non è più autosufficiente», Didier Eribon deve trovare una struttura che le assicuri assistenza continua. Lo scrittore di Ritorno a Reims non immagina che il giorno in cui l’accompagna nella casa di riposo sarà l’ultimo in cui la vedrà. La donna, reduce dalla fine di un amore e sradicata dal suo mondo, muore dopo poche settimane.Il lutto spinge il filosofo francese a ripercorrere la parabola esemplare di una «donna del popolo»: dall’infanzia in orfanotrofio al lavoro, prima come domestica e poi come operaia, una vita costretta per decenni in un matrimonio con un uomo opprimente e brutale. Il racconto biografico si tramuta in un’indagine sull’intera società contemporanea e ci obbliga a fare i conti con le dinamiche invisibili che relegano malattia e invecchiamento ai margini dell’esistenza.In Vita, vecchiaia e morte di una donna del popolo Eribon mescola memoria personale e riflessione filosofica chiamando in causa i suoi autori d’elezione – da Simone de Beauvoir a Pierre Bourdieu, passando per i grandi narratori di ogni tempo – per erigere un monumento commosso e profondo a chi nella Storia non ha mai potuto prendere la parola.
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LIMONOV
Emmanuel Carrére
Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: «è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio» si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato «che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale». La vita di Eduard Limonov, però, è innanzitutto un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile. Perché Carrère riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante – a volte perfino accattivante. Ma mai, assolutamente mai, mediocre. Che si trascini gonfio di alcol sui marciapiedi di New York dopo essere stato piantato dall'amatissima moglie o si lasci invischiare nei più grotteschi salotti parigini, che vada ad arruolarsi nelle milizie filoserbe o approfitti della reclusione in un campo di lavoro per temprare il «duro metallo di cui è fatta la sua anima», Limonov vive ciascuna di queste esperienze fino in fondo, senza mai chiudere gli occhi, con una temerarietà e una pervicacia che suscitano rispetto. Ed è senza mai chiudere gli occhi che Emmanuel Carrère attraversa questa esistenza oltraggiosa, e vi si immerge e vi si rispecchia come solo può fare chi, come lui, ha vissuto una vita che ha qualcosa di un «romanzo russo».
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ATTACCARE LA TERRA E IL SOLE
Mathieu Belezi
Il libro narra della guerra coloniale che, intorno alla metà dell’Ottocento, rese stabile la presenza di militari e coloni francesi in Algeria. Una guerra di dominio, dunque, come lo è ogni guerra, ma le cui ferite continuano a sanguinare nella storia recente dell’Europa.
Mathieu Belezi lascia scorrere come un fiume in piena la sua prosa attraverso le voci dei due protagonisti: Séraphine, che con marito e figli parte da Marsiglia per raggiungere una colonia agricola, e un soldato totalmente asservito alla violenza e alla crudeltà del suo capitano. In quelle “terre di barbarie”, fatte di sassi, sole cocente e freddo tagliente, in cui il colera divora le vite, i sette ettari “regalati dalla Francia” sembrano tutt’altro che la fortuna e la felicità promesse. Eppure, Séraphine e i suoi non cessano un solo istante di “combattere contro il sole, contro la terra ostile” e contro gli arabi che aspettano solo il momento propizio per farli a pezzi.
Bretoni, alsaziani e marsigliesi, i soldati, buoni cattolici in patria, con le pupille dilatate, le narici palpitanti, i denti come zanne pronte a mordere con rabbia più cristiana del solito, assaltano i fondouk infilzando con le baionette chiunque capiti a tiro. La missione civilizzatrice scompare davanti all’orrore e alla ferocia, ma i soldati non esitano poiché, come ripete il capitano, non sono angeli. E a coloro che non sono angeli la guerra trafigge il cuore.
Opera attraversata da una tragica bellezza, Attaccare la terra e il sole colpisce per la musicalità della sua impeccabile scrittura che ipnotizza il lettore sin dalle prime pagine.
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LA CITTÀ CHE NON C'È
Yu Hua
Un uomo del Nord umile come un salice e silenzioso come i campi approda dopo mille peripezie in una città del Sud sotto una bufera di neve. Ha una neonata al collo: cerca la madre della bambina e una città che non c’è. Ma questa non è soltanto la sua storia.
È l’inizio del Novecento. L’impero millenario è in ginocchio. La Cina, dilaniata da lotte intestine, eserciti allo sbando e scorrerie di briganti, comincia il viaggio verso una modernità ancora lontana, che intanto ha acceso le prime luci elettriche a Shanghai.
Questa è una storia di mestieri scomparsi, antiche usanze e torture feroci. È una storia di violenze gratuite, amori ingenui e amicizie profonde. Ed è soprattutto una storia di storie: l’indovino cieco con la Mauser, la puttana in cima a una scala cigolante che odora di pesce, il manipolo di soldati agguerriti senza un orecchio, il ragazzo venduto come schiavo che piange nella stiva di una nave in rotta verso l’Australia. Yu Hua racconta un’epopea inesorabile come il tempo, affinché nessuno dei suoi personaggi venga dimenticato.
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QUESTA TERRA È LA MIA TERRA
Woody Guthrie
Quello che Bob Dylan sognava, Woody Guthrie l’ha vissuto.Viaggi nei vagoni merci, sui tetti dei treni, accampamenti nella polvere.Coltelli che volano, sbornie e schitarrate intorno ai falò.La solidarietà tra gli esclusi, la libertà che assapora chi non ha niente.Generoso fino all’incoscienza, Guthrie ha nutrito con la sua vita la storia della musica, felice di immaginare che altri – da Seeger a Dylan, a Springsteen – ne avrebbero tratto profonda ispirazione.In questo romanzo mitico, che vibra di ritmo e autentica avventura, Guthrie è testimone di un’America diversa, l’America anticapitalista degli anni Trenta.Sulla sua chitarra aveva scritto a grandi lettere: “This machine kills fascists”.L’FBI aveva aperto un fascicolo su di lui; la sua visione comunitaria del mondo non piaceva a tutti.Ma questa terra è anche la nostra terra, quella che vorremmo e che amiamo, terra di resistenza, pace e accoglienza, e con questo libro Woody Guthrie ci invita a non dimenticarlo mai.
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AULULARIA - MILES GLORIOSUS - MOSTELLARIA
Plauto
Pregio di Plauto è la sua prodigiosa ricchezza linguistica: i giochi di parole, le assonanze, i doppi sensi; le espressioni che spaziano dall’arcaico al neologismo, dalle deformazioni grottesche a volgarità che oggi si direbbero surreali; la magistrale padronanza delle possibilità musicali della parola, lo scoppiettante incalzare dei dialoghi. Tutto questo, insieme alla comicità esplicita e prepotente e alla rapidità del movimento scenico, comunica alle commedie plautine una verve irresistibile. Il teatro di Plauto è stato un importante modello per quello rinascimentale e per la successiva commedia dell’arte, fornendo una galleria di “tipi” e di situazioni cui hanno attinto, nei secoli, autori italiani e anche europei.
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IL GIARDINIERE DI WIMBLEDON
Jane Crilly
Per cinquant’anni, Henry Evans è stato il giardiniere del prato più famoso del mondo, patrimonio nazionale della Gran Bretagna: Wimbledon.
Per cinquant’anni, si è preso personalmente cura del campo giorno e notte, in ogni stagione, bagnandolo e tagliandolo alla perfezione.
Quando decide di andare in pensione, la giovane giornalista Cara Gibson viene mandata a intervistarlo.
Si incontrano nella villetta di mattoni rossi di Henry, non lontano dal mitico All England Lawn Tennis and Croquet Club, davanti a un tè e a molte fotografie incorniciate. Per quale motivo è rimasto a Wimbledon tanto a lungo? Per la passione per il tennis, gli incontri con la regina, il jet set o c’è dell’altro?
E così Cara scopre pian piano la sua storia.
La storia di Henry, il figlio del giardiniere di una grande tenuta. E la storia di Rose, la figlia dei ricchi proprietari di Blake Hall che – contrariamente alle convenzioni dell’epoca – sogna di diventare una tennista professionista.
Mentre a Londra Churchill parla agli inglesi sotto i bombardamenti, a Blake Hall i due ragazzini fanno amicizia e si innamorano. Lui diventa il suo raccattapalle e la accompagna ovunque in bicicletta, lei gli insegna a giocare a tennis e a ballare. Finché la guerra non li separerà dolorosamente.
Così Henry prende l’unica strada che gli viene in mente: va nel luogo che per Rose è più caro e lì aspetta. Sperando che un giorno torni anche lei.
Un romanzo che si legge tutto d’un fiato, in cui l’amore che sboccia tra due adolescenti si mescola agli anni della Seconda guerra mondiale, alla denuncia delle regole sociali, al fascino dei giardini inglesi e del tennis per dare vita a una toccante storia sull’innocenza e la speranza.
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LUCI SULLA CITTÀ
Massimiliano Virgilio
Napoli, fine Ottocento. Quando gli ingranaggi della rotativa sbuffano, vuol dire che si va in stampa.
Cuore pulsante del giornale è Matilde Serao, per tutti: ’a signora. Alle sue dipendenze ci sono un tipografo troppo affezionato al gioco d’azzardo e un caporedattore cui spetta l’ingrato compito di mediare tra lei e il marito, il direttore Edoardo Scarfoglio. Con Edoardo, infatti, la relazione vacilla tanto sul piano sentimentale quanto su quello editoriale: per lui “Matildella” dovrebbe privilegiare articoli di cultura o costume, e tralasciare le inchieste sul campo. Di tutt’altro avviso è Eleonora Duse, grande amica e attrice “Divina”, che spesso la rimprovera ed esorta a emanciparsi dalle pretese del consorte.
Adesso però non c’è tempo per beghe d’amore e confidenze: il mestiere chiama. In un vicolo è stato ritrovato il cadavere di un socialista: intorno all’omicidio si aggrovigliano oscure trame e inoltre, per Matilde, quel morto è anche una questione privata. Mentre le autorità sembrano seguire piste false o tendenziose, ’a signora dovrà inoltrarsi nei bassifondi che il governo vorrebbe demolire – tra speculatori senza scrupoli e sciagurati che si indebitano al lotto clandestino – per svelare il mistero che si cela dietro il delitto.
Con uno stile raffinato che intreccia romanzo popolare e commedia gialla, Massimiliano Virgilio restituisce ai lettori l’incredibile figura di Matilde Serao, prima donna a fondare e dirigere un quotidiano in Italia, trasformandola in una novella detective alle prese con luci e ombre di una Napoli che sta per vendersi l’anima. Perché quando gli interessi dei pochi insidiano il bene dei molti, l’imperativo resta sempre e soltanto uno: raccontare la verità.
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IRRIDUCIBILE
Federico Faggin
Federico Faggin è il padre del microprocessore e di altre invenzioni che hanno rivoluzionato la tecnologia e il mondo in cui viviamo. Con questo libro stravolge ancora una volta il nostro modo di vedere i computer, la vita e noi stessi. Dopo anni di studi e ricerche avanzate ha concluso che c'è qualcosa di irriducibile nell'essere umano, qualcosa per cui nessuna macchina potrà mai sostituirci completamente.
"Per anni ho inutilmente cercato di capire come la coscienza potesse sorgere da segnali elettrici o biochimici, e ho constatato che, invariabilmente, i segnali elettrici possono solo produrre altri segnali elettrici o altre conseguenze fisiche come forza o movimento, ma mai sensazioni e sentimenti, che sono qualitativamente diversi... È la coscienza che capisce la situazione e che fa la differenza tra un robot e un essere umano... In una macchina non c'è nessuna 'pausa di riflessione' tra i simboli e l'azione, perché il significato dei simboli, il dubbio, e il libero arbitrio esistono solo nella coscienza di un sé, ma non in un meccanismo." Il pioniere della rivoluzione informatica arriva così a mettere radicalmente in discussione la teoria che ci descrive come macchine biologiche analoghe ai computer e che tralascia di considerare tutti quegli aspetti che non rispettano i paradigmi meccanicisti e riduzionisti: "Se ci lasciamo convincere da chi ci dice che siamo soltanto il nostro corpo mortale, finiremo col pensare che tutto ciò che esiste abbia origine solo nel mondo fisico. Che senso avrebbero il sapore del vino, il profumo di una rosa e il colore arancione?". Finiremmo col pensare che i computer, e chi li governa, valgano più di noi.
Irriducibile è un saggio entusiasmante, capace di tenere assieme rigore scientifico, visionarietà tecnologica e afflato spirituale, che suggerisce una irrinunciabile e inedita fisica del mondo interiore. Cristallino nelle sue parti divulgative (meccanica quantistica, coscienza, teoria dell'informazione...), illuminante nelle nuove connessioni che propone e, infine, esaltante nell'idea che promuove di come essere davvero, profondamente, umani.
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SENZA VERSO: UN'ESTATE A ROMA
Emanuele Trevi
«Quella di cui godevo in quei giorni afosi, camminando sui larghi marciapiedi di viale Manzoni e di via Merulana al riparo del fogliame dei platani, era indubbiamente una felicità partorita da un'illusione: l'illusione di un piccolo numero di strade e incroci capace di suggerirmi la sensazione, razionalmente insana, che esistesse per me, come per chiunque altro, un luogo capace di farmi sentire a casa, qualunque disastro fosse in corso o mi pendesse sulla testa...»
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PRESTITI SCADUTI
Petros Markaris
Per la famiglia di Charitos è un grande giorno, l’amata figlia Caterina sta per sposarsi, e il commissario è talmente felice da aver deciso di mandare in pensione la sua vecchia Mirafiori per acquistare un’auto più moderna, una Seat Ibiza con tanto di navigatore.
Ma la gioia del momento dura poco: viene scoperto uno strano omicidio e Charitos deve smettere i panni del padre orgoglioso per riprendere quelli dell’investigatore. L’ex direttore di una grossa banca viene trovato morto nel suo giardino, decapitato di netto, probabilmente con una spada. Ma non basta, pochi giorni dopo viene scoperto un altro omicidio attuato con lo stesso modus operandi. Anche in questo caso la vittima è un direttore di banca, ma di nazionalità inglese, l’agitazione si diffonde e l’affare per Charitos si complica.
L’umorismo amaro e politicamente scorretto e il suo metodo d’indagine fatto di cautela e circospezione – tenendo sempre a mente che gli avversari non sono più solo i tradizionali “cattivi”, ma gli stessi mezzi di comunicazione, i politici che perseguono i loro interessi, e come sempre i colleghi che gli mettono i bastoni tra le ruote – sono i segni distintivi del commissario Charitos, che torna a indagare sfidando le convenzioni e facendoci scoprire, ogni volta di più, una Grecia diversa.
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CONVERSAZIONE IN SICILIA
Elio Vittorini
Silvestro si sente impotente di fronte alle sofferenze del genere umano. Il padre per lettera gli comunica che ha lasciato la madre per vivere con un’altra donna. Silvestro intraprende un lungo viaggio in treno da Bologna per fare visita alla madre e ritrovare il paese natale in Sicilia, abbandonato quindici anni prima. Lì accompagna la donna ad assistere i malati di malaria e di tisi e ha una rivelazione: queste persone sono il “mondo offeso”, la parte di umanità quotidianamente oppressa e rassegnata al proprio destino. Con un linguaggio estremamente letterario, ispirato ai silenzi e alle ombre di una Sicilia insolita, invernale e montuosa, Elio Vittorini, siciliano emigrato al nord, racconta in questo romanzo la propria terra e la trasforma in metafora del mondo intero e dell’esistenza. Il romanzo-manifesto dell’impegno etico e civile dell’autore torna in un’edizione speciale a ottant’anni dalla prima pubblicazione con Bompiani.
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NAZISTE
James Wyllie
Il 22 luglio 1941 Heinrich Himmler porta la moglie Margarete a visitare il giardino di erbe officinali che ha fatto costruire all'interno del campo di concentramento di Dachau: coltivare insieme piante per preparati omeopatici era stato il sogno che avevano condiviso da giovani innamorati. Il 20 aprile 1945 è il compleanno di Hitler, ed Eva Braun non si rassegna a un festeggiamento tetro, immalinconito dai presagi della disfatta: beve champagne, mette sul grammofono un vecchio disco, cerca di coinvolgere i pochi invitati rimasti in un ballo triste e sfrenato. Dieci giorni più tardi, il primo maggio, Magda Goebbels fa sedare e avvelenare i figli. Poi esce insieme al marito nel giardino del Reichstag e morde una capsula di cianuro; lui le spara alla testa, ingerisce a sua volta il veleno e si spara. Nonostante la storiografia le abbia per lo più ignorate, le donne raccontate in questo libro, mogli, compagne, amanti dei più importanti gerarchi nazisti, sono state letteralmente in primo piano sulla scena della storia. Difficilmente inquadrabili nel cliché della donna docile e sottomessa, queste Naziste hanno avuto un ruolo decisivo nella costruzione e nel consolidamento del Terzo Reich, determinando svolte, conversioni, rotture, alleanze, e conservando tenacemente la memoria dei mariti ben oltre la fine della seconda guerra mondiale. Non rimasero insomma "dietro" gli uomini ingombranti che avevano sposato, come vorrebbe l'abusato modo di dire, inermi custodi della loro vita privata; ma accanto, fianco a fianco nella costruzione quotidiana del più tragico progetto politico di tutti i tempi. Ripercorrendo diari, lettere, libri di memorie, documenti d'archivio, James Wyllie fa emergere un versante sconosciuto della storia del nazismo, e rende più comprensibile la vita interiore, apparentemente inspiegabile e mostruosa, degli uomini che hanno avverato l'incubo hitleriano. E mentre ordisce un fitto intreccio di notazioni psicologiche e trame politiche, faccende personali e questioni diplomatiche, problemi sentimentali e sogni di dominio, Wyllie ci costringe a riconsiderare la tradizionale distinzione tra pubblico e privato, tra fatti storici e gossip. Perché, parafrasando la celebre intuizione di Hannah Arendt, è necessario fare storicamente i conti con la "normalità" del male, con la sua domestica e feroce quotidianità.
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MAGELLANO
Stefan Zweig
È un portoghese di ferro, fiero e coraggioso, testardo e inflessibile, il protagonista della più grande impresa marittima di tutti i tempi, l’uomo che, fra il 1519 e il 1521, scopre il passaggio fino ad allora sconosciuto tra l’Atlantico e il Pacifico – la “via occidentale” verso le Indie che Colombo e tanti altri hanno invano cercato – e tenta per primo di circumnavigare la Terra. Ferito nell’orgoglio dal rifiuto del proprio sovrano, pur di realizzare il suo sogno non esita a passare al servizio del re di Spagna. Nulla viene risparmiato a questo capitano che sfida l’ignoto e l’impossibile: la furia degli elementi, lo spettro della fame, la ribellione dei compagni di viaggio – nemmeno la morte, che lo coglie sulla strada del ritorno. Ma nessun ostacolo riuscirà a spezzare la sua irriducibile volontà; e così alla fine, insieme alla sua geniale intuizione, a trionfare sarà la più sobria delle sue virtù: la perseveranza. Con una biografia che si legge come un romanzo d’avventura, pubblicata per la prima volta nel 1938, Zweig rende omaggio a Magellano, una delle figure più affascinanti dell’età d’oro dei viaggi di esplorazione, consegnandoci l’appassionante racconto di un’epopea eroica e tragica.
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SOTTO IL VULCANO
Malcom Lowry
Nel 1947, dopo dieci anni di lavoro e rifiuti editoriali, di sbornie furiose e diverse disavventure (compreso un incendio dove il manoscritto rischiò di andare perduto), usciva sul mercato anglosassone il secondo libro di uno scrittore inglese poco noto. L’autore era Malcolm Lowry e il romanzo s’intitolava Sotto il vulcano. Venne subito acclamato come un capolavoro e, nel giro di poco tempo, diventò prima un classico moderno e poi un film di John Huston. Raccontava la storia maledetta di un ex console britannico di stanza in una città immaginaria del Messico e delle sue ultime ore di vita – nel Giorno dei Morti del 1938 – insieme a sua moglie, innamorata ma infedele, e a un fratellastro, idealista ma sleale. Ma soprattutto, con uno stile epico e modernista insieme, raccontava una vita in compagnia dei demoni dell’alcol e dei fantasmi del passato, all’ombra di un minaccioso vulcano e del fatalismo messicano.
Dopo anni, questo libro di culto, un grande romanzo di amore e di morte, lirico e abissale come solo le opere di Melville o Joyce hanno saputo essere, torna nelle librerie, per ammaliare e commuovere una nuova generazione di lettori.
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LA BARACCA DEI TRISTI PIACERI
Helga Schneider
«Stava lì, l'aguzzina delle SS, capelli biondi e curati, il rossetto sulla bocca dura, l'uniforme impeccabile... Stava lì e pronunciò con sordida cattiveria: 'Ho letto sulla tua scheda che eri la puttana di un ebreo. È meglio che ti rassegni: d'ora in poi farai la puttana per cani e porci.'»
Così racconta l'anziana Frau Kiesel all'ambiziosa scrittrice Sveva, dando voce a un dramma lungamente taciuto: quello delle prigioniere dei lager nazisti selezionate per i bordelli costruiti all'interno stesso dei campi di concentramento. Donne i cui corpi venivano esposti ai sadici abusi delle SS e dei prigionieri maschi che malgrado tutto preferivano rinunciare a un pezzo di pane per scambiarlo con pochi minuti di sesso. Donne che alla fine della guerra, schiacciate dall'umiliazione e dalla solitudine, invece di denunciare quella tragedia, fecero di tutto per nasconderla e seppellirla dentro di sé.
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L'ULTIMA LEZIONE
Ermanno Rea
“Scomparve nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1987. Uscì di casa in punta di piedi per non svegliare il fratello e in una fuga priva di testimoni, protetta dalle tenebre, si dissolse nel nulla. Aveva settantatré anni. Si chiamava Federico Caffè. […] Non aveva alcun motivo materiale che potesse indurlo a uscire di scena. Forse qualcuno lo aiutò a fuggire. Lo attese a bordo di un’automobile davanti al portone…” Ma venne davvero aiutato da qualcuno? E poi perché dovremmo escludere che qualcuno possa averlo aiutato a uccidersi? Ma chi era Federico Caffè? Economista “disubbidiente”, teorico scontroso e problematico di uno Stato sociale senza cedimenti a compromessi e clientele, “seduttore intellettuale” tutto dedito all’insegnamento e alla formazione dei propri allievi, fu il creatore di un laboratorio teorico da cui usciranno uomini capaci di pensare l’economia come sistema razionale in grado di garantire anche i più deboli. Ma il 15 aprile 1987 Federico Caffè era soprattutto, o si sentiva, un uomo solo.
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MIGRAZIONI E INTOLLERANZA
Umberto Eco
“Eliminare il razzismo non vuol dire mostrare e convincersi che gli Altri non sono diversi da noi, ma comprendere e accettare la loro diversità.”
Dopo Il fascismo eterno, una nuova illuminante riflessione civile, contro ogni pregiudizio e intolleranza.
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JACK LO SQUARTATORE
Paul Begg
Londra, autunno 1888. Nei bassifondi dell'East End, tra vicoli fangosi e catapecchie sbilenche, tra le urla degli ubriachi e i richiami delle prostitute, si aggira Jack the Ripper, lo Squartatore. Così lo chiamano gli strilloni dell'"Evening News" o dello "Standard" che si contendono i clienti agli angoli delle strade. In città non si parla d'altro. In poco più di due mesi, tra il 31 agosto e il 9 novembre, sono cinque le donne uccise e orribilmente mutilate dal suo coltello. A centotrent'anni di distanza, l'identità dell'autore di quegli omicidi rimane il grande mistero vittoriano. Quel che è certo, invece, è che Jack lo Squartatore fu molto di più di un semplice assassino. Secondo Paul Begg, uno dei massimi esperti in materia, possiamo addirittura considerarlo uno dei creatori della Londra moderna: una città che in quell'epoca traboccava di miserie e brutture di ogni tipo, denunciate sui giornali da un grande scrittore come George Bernard Shaw, ma ignorate con sufficienza dall'opinione pubblica britannica. Almeno fino ai delitti dello Squartatore, che ebbero una straordinaria risonanza mediatica, influenzando i mutamenti urbani degli anni successivi. In questa ricostruzione appassionante e documentata, grazie a una vivida descrizione degli ambienti ci immergiamo tra quei vicoli e incontriamo da vicino le vittime di Jack, i detective che gli hanno dato la caccia, i presunti colpevoli, moltiplicatisi ben presto alimentando le più svariate - e spesso fantasiose - teorie: dallo straccione al gentiluomo, dal pittore di fama al membro della famiglia reale, passando per avvocati, parrucchieri, ciarlatani, chirurghi. E attraverso l'analisi approfondita di archivi della polizia, relazioni alla camera dei Lord, carteggi inediti tra gli investigatori, ma soprattutto degli articoli di giornale del periodo, scopriamo che nella Londra vittoriana il potere della stampa, soprattutto quella popolare, era enorme. Al punto da contribuire in maniera decisiva alla creazione di una delle figure popolari più spaventose e longeve di tutti i tempi: l'archetipo del moderno serial killer.
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COLPISCI IL TUO CUORE
Amelié Nothomb
Marie è una bellissima diciannovenne che gode a suscitare l’invidia delle sue coetanee. Quando va in sposa a un giovane benestante, non si rassegna alla nascita di Diane, l’incantevole figlia che attira su di sé l’attenzione di tutti, come non si rassegna a una vita che sembra deludere le sue aspettative. Amélie Nothomb torna a regalarci un romanzo crudele, mettendo a nudo con precisione millimetrica i meccanismi più distruttivi dell’animo umano. Colpisci il tuo cuore è la storia di un amore assoluto. L’amore di una figlia per la madre, la sua ricerca di tenerezza, di conferme. Non è però il racconto di una crisi familiare. Invidia, gelosia, rabbia, rancore si muovono all’interno del testo come personaggi silenziosi in grado di farci sussultare a ogni cambio di pagina.
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MEMORIE DI UN PAZZO
Nikolaj Gogol'
«Confesso che da qualche tempo ho cominciato a vedere e sentire cose che nessuno ha mai visto o sentito». Così scrive nel suo diario il consigliere titolare Popriščin – funzionario di rango non elevato ma di grandi ambizioni, roso dal senso di inferiorità, dall’invidia verso più altolocati colleghi al servizio dello Stato –, che ritiene un privilegio l’incarico di temperare, una volta alla settimana, le penne d’oca di un superiore della cui figlia è segretamente innamorato. Nelle pagine che accolgono le sue frustrazioni e i suoi sogni di gloria si insinuano le sempre più assurde fantasie che lo abitano: mucche che comprano il tè, il carteggio tra due cagnoline dal quale apprende che la giovane amata andrà in sposa a un altro. Lo sdegno e un’impotente rabbia lo precipitano definitivamente nella follia («burocratica» questa, priva del demoniaco romanticismo che caratterizza l’insania del pittore nel «Ritratto», un altro dei «racconti pietroburghesi» di Gogol’). Persa del tutto la ragione – ora si crede Ferdinando VIII, re di Spagna –, Popriščin viene rinchiuso in un manicomio, dove si occupa degli «affari di Stato» e si angoscia per la sorte della Luna. Dinanzi al suo delirio, alle grida strazianti per le «cure» brutali che gli vengono inflitte, anche a noi non resta che ripetere, come Popriščin: «Vabbè, vabbè, silenzio!». Un silenzio che verrà riempito dalla voce stridula e penetrante dell’Uomo del sottosuolo di Dostoevskij.
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ABBACINANTE. L'ALA DESTRA
Mircea Cartarescu
Quattro storie si incrociano in un sottile gioco di echi e attraverso la sovrapposizione di tempi e di spazi tendono all’apoteosi finale. Gli sviluppi della rivoluzione romena del 1989 – con la rievocazione caustica di una società allo stremo, soggetta all’arbitrio di un uomo malato – si intrecciano al mondo fantastico del giovane Mircea, al segreto che nasconde la sua famiglia, alle vicende di bambino cresciuto in un bordello e diventato un criminale e alla sua lenta redenzione, per dar vita a un romanzo che si colloca al crocevia di tutti i più importanti movimenti letterari contemporanei. Capitolo conclusivo dell’incandescente e ambiziosa trilogia Abbacinante di Mircea Cărtărescu, L’ala destra è “un libro eccezionale che trasforma la lettura in un’esaltante odissea”.
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GILEAD
Marilynne Robinson
John Ames ama con la forza e lo stupore dei bambini, e forse dei santi. C'è un trasporto limpido e grato nel suo amore per la moglie e per il loro figlioletto; una meraviglia sempre sorridente eppure consapevole nella sua adesione alla vita e a tutto il mondo che la ospita, dall'ultimo filo d'erba al più sottile costrutto del pensiero.
John Ames un bambino non è - ha 76 anni ed è il pastore congregazionalista di Gilead, cittadina di poche anime nel cuore dell'Iowa - ma un santo forse si appresta a diventarlo, ora che una malattia cardiaca lo sta spegnendo. Ecco dunque la decisione, in quella primavera del 1956, di lasciare testimonianza di sé al figlio che non vedrà crescere.
A partire dalle sue ascendenze: la storia degli altri due reverendi John Ames, nonno e padre, che prima di lui hanno assolto quella funzione. Un abolizionista radicale, il primo, guerrigliero accanto a John Brown e volontario nell'esercito unionista, che, folgorato da una visione in giovane età, comunica con Dio da pari a pari e sceglie di esserne il braccio armato in nome di un'inflessibile giustizia. Pacifista convinto, il secondo, che del proprio mandato privilegia l'osservanza, e vive una vita di reazione implosiva all'esplosiva azione paterna.
Il terzo John Ames, lo scrivente, racconta delle loro eredità, dei saperi e delle esperienze che gli hanno permesso di coniugarle, della sua esistenza di studio e servizio in un luogo, Gilead, che dispensa con parsimonia il suo biblico balsamo, della lunga separazione dalla vita vissuta fino alla tarda folgorazione dell'innamoramento e alla rinascita in una piena e matura felicità.
Sembra aver vinto ogni battaglia, John Ames: quella con i suoi morti e i suoi demoni, quella con la perdita e l'abbandono, quella con l'ingiustizia e lo scontento, quella con l'inadeguatezza e la miscredenza. L'arrivo in città di Jack Boughton, figlio del suo amico fraterno, giovane inquieto e un po' sinistro dal passato oscuro e dalle dubbie intenzioni, gli offre l'occasione di chiudere i conti anche con la gelosia e il sospetto, sciogliendoli in perdono e tolleranza.
Resta una sola prova da superare: la serena accoglienza della propria mortalità, il distacco da una vita terrena più che amata, da una famiglia che non può più proteggere. Come nella storia di Agar e Ismaele, è tempo di mandare il proprio figlio nel deserto, la dimora degli sciacalli. E sperare - no, credere - che gli angeli siano anche là.
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PAPPAGALLI VERDI
Gino Strada
Gino Strada arriva quando tutti scappano, e mette in piedi ospedali di fortuna, spesso senza l'attrezzatura e le medicine necessarie, quando la guerra esplode nella sua lucida follia. Guerre che per lo più hanno un lungo strascico di sangue dopo la fine ufficiale dei conflitti: quando pastori, bambini e donne vengono dilaniati dalle tante mine antiuomo disseminate per le rotte della transumanza, o quando raccolgono strani oggetti lanciati dagli elicotteri sui loro villaggi. I vecchi afgani li chiamano pappagalli verdi. Questo libro ci consegna le immagini più vivide, i ricordi più strazianti, le amarezze continue dell'esperienza di medico sugli scenari di guerra del nostro tempo.
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LA CRISI DEL CAPITALISMO DEMOCRATICO
Martin Wolf
In questi anni gli errori e le storture dell'economia hanno scosso profondamente la fiducia nel capitalismo globalizzato. E allo stesso tempo i limiti strutturali e gli errori della politica hanno messo in discussione la nostra fede nella democrazia liberale. Il legame radicato e diffuso tra libero mercato e libere elezioni è vicino al punto di rottura. Mentre monopoli vastissimi dominano consumi e scelte di vita, entità statali che rifiutano i valori democratici controllano pezzi giganteschi del mercato globale. Tutto sembra concorrere alla crisi finale del capitalismo democratico, quel delicato equilibrio tra capitale e politica, tra ricchezza e potere che ha caratterizzato gli ultimi decenni di storia dell'Occidente. Ma, argomenta Martin Wolf, firma di punta del Financial Times e una delle voci piú autorevoli dell'economia mondiale, il capitalismo democratico è ancora, pur con le sue fragilità e le sue ombre, il sistema migliore per garantire il benessere del genere umano. Capire perché è in sofferenza è l'unico modo per provare a salvarlo.
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LA METAMORFOSI
Franz Kafka
Entrate nell'affascinante mondo di Franz Kafka attraverso questo capolavoro letterario che sfiderà le vostre percezioni e vi immergerà in un labirinto di emozioni e riflessioni. La metamorfosi è molto più di una semplice narrazione: è una profonda esplorazione dell'identità, dell'alienazione e dei dilemmi esistenziali che riguardano tutti noi
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COME UN ROMANZO
Daniel Pennac
I Diritti Imperscrittibili Del Lettore I. Il diritto di non leggere II. Il diritto di saltare le pagine III. Il diritto di non finire un libro IV. Il diritto di rileggere V. Il diritto di leggere qualsiasi cosa VI. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa) VII. Il diritto di leggere ovunque VIII. Il diritto di spizzicare IX. Il diritto di leggere a voce alta X. Il diritto di tacere
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IL SECOLO BREVE
Eric J. Hobsbawm
Quello che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato un secolo di straordinario progresso scientifico e i guerre totali, di crisi economiche e di grandi periodi di rilancio e di benessere, di rivoluzioni nella società e nella cultura. Un 'secolo breve' anche per l'accelerazione sempre più esasperata impressa agli eventi della storia e alle trasformazioni nella vita degli uomini.
Eric Hobsbawm, nato nel 1917, affronta qui un compito arduo e affascinante anche per uno storico di fama mondiale e di sperimentate capacità scientifiche: delineare un panorama esauriente di un periodo che ha non solo studiato come ricercatore ma manche vissuto come uomo.
Un libro fontamentale che ormai è universalmente riconosciuto come uno dei grandi classici della storiografia contemporanea.
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COMMEDIA
Dante Alighieri
Viaggio nei tre regni dell'oltretomba (Inferno, Purgatorio e Paradiso) che Dante immagina di aver intrapreso l'8 aprile del 1300 per volontà divina, dopo essersi smarrito nella selva del peccato. L'attraversamento dell'aldilà, compiuto sotto la guida di Virgilio nei primi due regni e di Beatrice nel terzo, è in funzione di un disegno di rinnovamento morale dell'uomo Dante e dell'intera umanità da lui rappresentata. I particolari strumenti del realismo dantesco conferiscono verosimiglianza al racconto, nonostante la particolare densità dei simboli e delle allusioni, fondati su una conoscenza larghissima della Bibbia, dei poeti classici, della filosofia, dell'astronomia, delle scienze naturali e di tutti gli altri aspetti della cultura medievale. La Commedia di Dante è l'opera fondativa della tradizione letteraria italiana e anche uno dei più grandi capolavori letterari della storia dell'umanità. Iniziata intorno al 1306-07, la sua composizione occupò l'autore fino agli ultimi anni della sua vita.
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