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L'IGNORANZA, Milan Kundera

Di libri e di letture


Ulisse, il più grande avventuriero di tutti i tempi,

è anche il più grande nostalgico.


In greco «nóstos» è ritorno; «algos», sofferenza. La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare. Ecco perché la maggior parte degli europei utilizza la parola di origine greca (nostalgia, nostalgie). Per gli spagnoli è «añoranza», dal verbo «añorar» (provare nostalgia) che proviene dal catalano «enyiorar» derivato dal latino «ignorare». Considerato l’etimo, la nostalgia appare come la sofferenza dell’ignoranza. Tu sei lontano, e io non so che ne è di te. Il mio paese è lontano, e io non so cosa succede laggiù.


Irena e Josef s’incontrano, dopo vent’anni di esilio volontario, nella Praga postcomunista. Sono tornati per rivedere ciò che è stato e come ora è diventato. Quando Irena vede Josef all’aeroporto, ricorda tutto della loro passata avventura. Josef non ne ha memoria alcuna. Neanche la riconosce. Forse perché la vita del ricordo dipende dall’importanza che diamo alle esperienze, alle persone, agli amori, o forse perché il ricordo ha un volume temporale misurabile? Irena e Josef si sono frequentati, un tempo. Dovrebbero essere uniti dagli stessi ricordi. Invece i loro ricordi non coincidono, ognuno conserva una insignificante minuscola particella del passato, dettagli esclusivi divergenti da quelli dell’altro. Tanto che Josef ignora la ragione per cui Irena abbia con sé il piccolo posacenere che gli mostra; lo osserva, ma non affiorano ricordi. L’illusione di aver vissuto la stessa esperienza, le medesime emozioni, si sbriciola. La realtà è che ognuno ignora, e è ignorato. Ignorato dall’altro, e ignorato da chi è rimasto, che non chiede, non vuol sapere, indifferente al vissuto dell’esule che torna. Riannodare i fili del passato è impossibile. Prenderne atto è doloroso. Com’è doloroso riconoscere che, in fondo, a nessuno interessa alcunché dell’altrui esistenza.

È un ritorno a “Itaca” che fa i conti con gli uomini, il tempo, la Storia, la politica, la società, il concetto di patria, l’esilio, il ritorno, i sentimenti, la mancata volontà o l’incapacità di comprendere, di condividere. E con l’amore.

L’esistenza umana è precaria, il ricordo fragile, la memoria mendace; viviamo sprofondati in un immenso oblio, e ci rifiutiamo di saperlo.

C’è molto da riflettere.

©Librisuldivanodeipigri

 

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  • Editore: ‎ Adelphi; 4° edizione (14 maggio 2003)

  • Lingua: ‎ Italiano

  • Copertina flessibile: ‎ 184 pagine

  • ISBN-10: ‎ 8845917959

  • ISBN-13: ‎ 978-8845917950

  • Peso articolo: ‎ 181 g

  • Dimensioni: ‎ 20 x 2 x 13 cm

 

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