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LA COSA BUFFA, Giuseppe Berto

Di libri e di letture

gondola a Venezia

"Sia chiaro ch'io sono per l'ordine, e che ciò è inutile"


In quel tempo di mezzo inverno benché si recasse ogni pomeriggio di sole sulla terrazza del Caffè alle Zattere, vale a dire in un luogo per niente spiacevole e anzi rallegrato dalle scarse cose liete che si possono trovare in una città umida qual è Venezia durante la brutta stagione, Antonio aveva soprattutto voglia di morire.

Antonio ha venticinque anni, figlio dell’entroterra veneziano, studente fuoricorso insegna, vergognandosene, in una scuola elementare. Il suo aspetto non desta interesse immediato, il corpo lungo e magro non spicca nell’abito confezionato da un sarto di paese. Egli, però, più che del suo aspetto, sente il peso della disgrazia d’esser nato. Se gli avessero risparmiato tale fastidio non gli toccherebbe prendere decisioni, portare a termine alcunché. Scevro di ambizioni, Antonio fa scelte che poi ritratta, revoca, nega; si arrovella in analisi e ragionamenti che poco dopo sconfessa, riflette sui propri errori senza trarne insegnamento, i propositi non sono che embrioni destinati all’aborto. La sua, non è mediocrità, è bassezza. La bassezza di un uomo incompleto, che non sa a sufficienza, non desidera abbastanza; che ama superficialmente, gode senza eccessivo convincimento, che per l’amore perduto soffre ma non troppo. Antonio è una comparsa che si affaccia su Venezia quando il vento freddo taglia il viso e la nebbia densa e lattescente avvolge l’intera città. Una città in dissolvenza, così com’è in dissolvenza Antonio. E quando la primavera muoverà verso la scena, la comparsa, dalla scena, si preparerà a uscire.

Una vita, quella di Antonio, che se non fosse cosa buffa sarebbe tragica.

Non a caso Berto cita, in esergo, le parole di Conrad:

"Che cosa buffa è la vita, quel misterioso articolarsi di logica implacabile per uno scopo ben futile. Il massimo che uno può sperare da essa è una certa conoscenza di se stesso, che giunge quand’è troppo tardi...”. (J. Conrad, Cuore di tenebra)


La cosa buffa è un’opera strabiliante, flusso di coscienza in terza persona con una prosa alta, sapiente. È romanzo feroce. Berto trascina il lettore nella mente di Antonio, ne svela la natura; mostra, senza giudicare.

©Librisuldivanodeipigri

 

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  • Editore: ‎ Neri Pozza (25 novembre 2021)

  • Lingua: ‎ Italiano

  • Copertina flessibile: ‎ 368 pagine

  • ISBN-10‏: ‎ 8854514330

  • ISBN-13: ‎ 978-8854514331

  • Peso articolo: ‎ 360 g

  • Dimensioni‏: ‎ 21.6 x 3 x 13.2 cm

 

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