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CERVANTES. IL SOLDATO CHE CI INSEGNÒ A PARLARE, María Teresa Léon Alberti

Di libri e di letture

In Castiglia nasce un bimbo, si chiama Miguel.

La leggenda racconta che El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha nacque tra le sbarre del carcere di Siviglia, dove Cervantes era detenuto per debiti. María Teresa Léon Alberti scrisse Cervantes, el soldado que nos enseñó a hablar durante il suo lungo esilio.

María Teresa, dopo aver lasciato il marito Gonzalo, incontrò il grande amore della sua vita: il poeta Rafael Alberti. Cervantes s’innamorò perdutamente (dopo l’infelice matrimonio con l’acida Catalina) di Aldonza, la porcara che chiamava figlio un maialino. Aldonzina sarà la Dulcinea di Chisciotte.

Miguel perse l’uso di un braccio a Lepanto, María Teresa la memoria a Roma. Chisciotte il senno nella Mancia.

Miguel, María Teresa e Chisciotte sono uniti da un filo invisibile e potente: la curiosidad.

Ciascuno lottò e sopportò tormenti, persecuzioni e dolori grazie all’arma potente e invincibile dell’immaginazione: scudo e alabarda per sconfiggere i momenti peggiori.


Per lei, che così bene riusciva a immedesimarsi nei personaggi di cui scriveva, quelle di Cervantes e Chisciotte sono quasi specchio della sua vita.

Non è una biografia, non un romanzo né un soggetto cinematografico; è un dialogo con Cervantes/Chisciotte; è un canto d’amore. Quasi un testamento plurimo.

È un dialogo fra reale e fantastico, tra Cervantes e i personaggi del capolavoro che segnò la nascita del romanzo moderno; e ancora un dialogo narrativo tra il testo di Léon Alberti e Cervantes.

È prosa, poesia, storia e leggenda; indagine, rivelazione. E tanto, tanto amore.


Peccato non le sia stato reso omaggio come merita. Sarebbe bello se qualcuno, dotato di curiosidad, amor y coraje, offrisse al pubblico dei lettori le opere di María Teresa Léon Alberti.



Durante la guerra civile spagnola María Teresa ricoprì il ruolo di segretaria dell’Alleanza degli Intellettuali Antifascisti. Persa la guerra, fuggì con la famiglia in Argentina. In questo periodo lavorò instancabilmente, senza sosta. Nel 1955 ottenne il passaporto che per anni le era stato negato. Quando la situazione politica argentina precipitò verso la dittatura, una nuova fuga salvò lei e la famiglia dall’arresto: la loro casa fu confiscata, durante la perquisizione fu rintracciato materiale propagandistico comunista. Trovato rifugio in Italia, a Roma, proseguì la sua attività culturale lavorando per radio, televisione, stampa italiana.

Quando, nel 1977, tornò finalmente in Spagna, María Teresa non aveva più la lucidità per gioire della folla che acclamava il suo ritorno e quello del marito: la perdita della memoria, dovuta all’arteriosclerosi, le ovattò i ricordi, li cancellò, l’avvolse in quell’oscurità da cui è impossibile uscire. Morì a Madrid undici anni dopo.

©Librisuldivanodeipigri

 
  • Editore : Castelvecchi (28 maggio 2014)

  • Lingua: : Italiano

  • Copertina flessibile : 187 pagine

  • ISBN-10 : 8868262053

  • ISBN-13 : 978-8868262051

 

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