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LA FINE E L'INIZIO, Wislawa Szymborska

Aggiornamento: 7 ago 2023

Poesia

Dopo ogni guerra

c’è chi deve ripulire.

In fondo un po’ d’ordine

da solo non si fa.


C’è chi deve spingere le macerie

ai bordi delle strade

per far passare

i carri pieni di cadaveri.


C’è chi deve sprofondare

nella melma e nella cenere,

tra le molle dei divani letto,

le schegge di vetro

e gli stracci insanguinati.


C’è chi deve trascinare una trave

per puntellare il muro,

c’è chi deve mettere i vetri alla finestra

e montare la porta sui cardini.


Non è fotogenico

e ci vogliono anni.

Tutte le telecamere sono già partite

per un’altra guerra.


Bisogna ricostruire i ponti

e anche le stazioni.

Le maniche saranno a brandelli

a forza di rimboccarle.


C’è chi con la scopa in mano

ricorda ancora com’era.


C’è chi ascolta

annuendo con la testa non mozzata.

Ma presto lì si aggireranno altri

che troveranno il tutto

un po' noioso.


C’è chi talvolta

dissotterrerà da sotto un cespuglio

argomenti corrosi dalla ruggine

e li trasporterà sul mucchio dei rifiuti.


Chi sapeva

di che si trattava,

deve far posto a quelli

che ne sanno poco.

E meno di poco.

E infine assolutamente nulla.


Sull’erba che ha ricoperto

le cause e gli effetti,

c’è chi deve starsene disteso

con la spiga tra i denti,

perso a fissare le nuvole.


(da: Wislawa Szymborska, Vista con granello di sabbia)


 

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  • Editore: Adelphi; 9 edizione (5 maggio 2004)

  • Collana: Biblioteca Adelphi

  • Lingua: Italiano

  • ISBN-10: 8845918858

  • ISBN-13: 978-8845918858

 

2 Comments


Purtroppo è così. Ogni casa sventrata rappresenta delle vite spezzate, nel corpo e nell'anima. Pensavo a 1984 (che tu conosci bene), e alla frase "... la guerra ha cambiato carattere. Per essere più precisi, è mutato l'ordine gerarchico dei motivi per cui si combatte una guerra." Ed è così.

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Nicoletta Stecconi
Nicoletta Stecconi
Apr 15, 2018

questa poesia è una fotografia della guerra che si sposta nel tempo, sempre uguale che sfiora le cause ma soprattutto le conseguenze, ieri nei servizi sulla Siria che trasmettevano in TV c'era un filmato: riprendeva l'angolo di un palazzo bombardato (in mezzo a un immensità di simili edifici) completamente aperto, si intravedeva quel che rimaneva di un divano, di un tavolo di pareti che magari ospitavano foto e quadri.. non so, qualcosa di molto simile visto in altri moltissimi filmati di altre guerre. Certo rispetto al costo delle vittime umane (sulla Siria non riesco ad esprimere con parole, e soprattutto sono incapace di avere un'opinione personale, quanto mi risulta difficile dare un senso a questa guerra) quello della distruzione materiale…

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