Di libri e di letture
“Perché il cuore dovrebbe amare e il mignolo no?”
Il Manga è poliforme, labirintico, indefinibile, hilarotragico. È padre di molti libri, ma per non irritarlo non lo si definisca autore né scrittore, come estrema concessione lo si dica scrittore di retroguardia. Lui i libri non li scrive, sono i libri a usarlo per scriversi. Appena nati prendono la loro strada, in autonomia. Se la squagliano, ecco tutto. Per questo afferma che «Ogni libro è un atto di abbandono». Cerca addirittura di dimenticarli. E non li rilegge, non vuole essere indiscreto e invadere la loro sfera privata.
«Faccio fatica ad accettare il termine di scrittore. Lo ritengo una connotazione eminentemente sindacale. L’unica definizione che accetto è quella di “essere mortale”: una modesta, ragionevole, pretesa. Posso inoltre ammettere di essere un complemento oggetto delle parole».
Non è un soggetto facile, il Manga. Ha un guscio spesso, chissà se comodo, di regola ben chiuso. Tuttavia, quando decide di aprire la porta, il Manga diventa ironico e ben disposto all’ascolto. Basta non parlare della sua biografia. Ci si accontenti di sapere ch’è nato.
La sua casa è abitata da una moltitudine di libri d’ogni sorta e lingue. Sono ovunque: su scaffali, sedie, tavolini. Ci sono anche Pinocchi di legno di varie dimensioni, coi loro vestiti rossi e verdi, i loro cappellini e i loro nasicchi lunghi e puntuti. Per un pinocchiofilo pinocchiologo pinocchiomane è il minimo. Non ha invece la televisione, la reputa una presenza estranea, invadente; la televisione parla e non ascolta e, in più, la si deve pagare.
Ritiene che si possa fare un piano di scrittura, purché non lo si segua. Scrivere è come sognare, non si sa dove e come finirà.
Le interviste procedono, e così fanno le parole: succedono o accadono o accadono senza succedere. Un’opacità. Per me il Manga ride. E ama la parola “uligine”.
Si argomenta su tutto: libri, amore, scrittura, luoghi, sogni, mostri e gnomi. È un viaggio lungo e avventuroso, ironico e serio, stimolante, acuto, acutissimo. Si va dalla letteratura alla politica, passando per i vespasiani di Roma.
«… l’editore non dovrebbe mai sapere con precisione quel che pubblica. Altrimenti non passeranno mai, con la scusa delle scarse vendite, autori sperimentali o, per così dire, aleatori. Ma poi, scusate, la letteratura controllata dai manager, che razza di letteratura è? Oggi si arriva al paradosso che di un libro si può dire “è interessante, peccato non avere la collana adatta”. E meno male che esistono ancora libri che nascono con la collana già pronta!». (Era il 1986).
Leggete il Manga. Mattamente, se potete.
P.S. “L'intervista è un genere ambiguo” scrive Roberto Deidier, nell'introduzione.
E mi chiedo se, alla fine, non sia stato l'intervistato a intervistare.
©Librisuldivanodeipigri
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Editore: Editori Riuniti; Prima edizione (1 luglio 2000)
Lingua: Italiano
Copertina flessibile: 237 pagine
ISBN-10: 8835949394
ISBN-13: 978-8835949398
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