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MORTE DEI MARMI, Fabio Genovesi

Di libri e di letture

“…d’estate è Disneyland e per il resto dell’anno somiglia alla Transilvania.”

Sculture di sabbia e resina dello scultore Gustavo Aceves sulla spiaggia di Forte dei Marmi, foto di Bruno Martini

È la dichiarazione d’amore per la terra che gli appartiene. Lo fa con stile agrodolce, con ironica malinconia. Con intelligenza, attento a cogliere tutte le sfumature che cambiano scenario e gente. Guarda il paesaggio che al mutare delle stagioni si dilata e si deforma, e non resta che attendere la fine dell’estate per riappropriarsi della sua dimensione umana, vera. È la sua terra, anche se l’han comprata i “marziani in Lacoste” e trasformata in bomboniera, levandola ai versiliesi, gente ruvida, gente

"riottosa e greve, astiosa e maldisposta, un popolo che vive di turismo e insieme è il meno ospitale del pianeta”.

È la sua terra, e anche se gli altri sono andati via, lui resta a Forte dei Marmi, perché

“un paese non è morto se ancora ci vive qualcuno”.

Scrittura diretta, dolceamara, amorevole e graffiante, garbata e irriverente.

P.S. Non è mica vero che i libri leggeri non hanno peso.

©Librisuldivanodeipigri


 

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  • Editore: Laterza; 9 edizione (17 maggio 2012)

  • Collana: Contromano

  • Lingua: Italiano

  • ISBN-10: 8842098574

  • ISBN-13: 978-8842098577

 

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